I Rudi
Tre pezzi di routine
r’n’b, garage, britpop
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Immaginatevi di immergervi totalmente in quell’atmosfera garage-beat che spopolava negli anni ’60, arricchita da un tocco mod dei ’70, con vespe, lambrette e parka. Perfetto, manca solo la musica dei Rudi.
La band è al suo ep d’esordio, Tre pezzi di routine, e la sensazione che si prova ascoltandolo è proprio quella di tornare in quegli anni di cui a volte, almeno musicalmente parlando, si ha nostalgia. Alle influenze del brit e alle tonalità mod loro affiancano tracce di italianità che a partire dai testi calzano alla perfezione con sfumature rock, blues e r’n’b che intenzionalmente vogliono rievocare.
L’ep si compone di tre tracce: Routine, brano in cui si racconta la vacuità di tante relazioni interpersonali, Anna, rivolto ai segni che molte volte lasciano i ricordi dentro di noi, e la meravigliosa Nei confini, in cui una generazione intera arrampicata su un muro non sa come o non vuole scendere giù. I temi sono giovanili e trascinanti come la musica, non scavano tanto nel profondo in filosofie serie ma trasmettono, seppur semplice, un messaggio.
I Rudi si compongono di tre membri ed escludono le chitarre dalla loro formazione: dal basso e dalla voce di Silvio Bernardi, alle tastiere del fratello Gabriele, alla batteria di Stefano Di Niglio, questa scelta coraggiosa non comporta alcuna mancanza nella formazione per la buona riuscita del progetto.
Un inizio invidiabile dunque, che inserisce le marce giuste per un lavoro che deve continuare.
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