I Carnival
Superstellar
(Autoproduzione, La Clinica Dischi)
indie rock, pop
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La band ligure I Carnival, già famosi a livello interregionale per aver vinto l’Arezzo Wave Best Bend Liguria 2014 e per aver partecipato ad altri festival nazionali, sono al loro debutto discografico con Superstellar, un album di 9 tracce carico delle loro sonorità indie-rock.
Il disco parte piuttosto bene, con Amara felicità in apertura, canzone fatta di melodiose armonie guidate dalle chitarre in cui la voce si fa già riconoscere per il suo timbro indiscutibilmente pop. Primo non ti sai decidere invece è caratterizzata da una velocizzazione dell’impianto sonoro complessivo, caricandolo di altri ritmi e suggestioni che fanno sì che il pezzo sia molto orecchiabile e piacevole.
Ma già dalle canzoni successive, La tua immagine e Diansè, si percepisce di essersi addentrati in un percorso un po’ ripetitivo. La semplicità delle forme schematiche è sempre la stessa, tuttavia non è questa che fa diventare il disco via via più calante. Probabilmente è la voce impostata che di traccia in traccia rende il tutto uguale a se stesso. Una ripresa si ha con Ancora un po’, che ha diversi aspetti interessanti sia dal punto di vista ritmico sia melodico (strumenti e voce). La restante parte delle canzoni, Idea indecente, Tim Burton, Non lo sai e Superstellar, non aggiungono niente di nuovo a quello già ascoltato. Soltanto la title-track, messa in chiusura, ha degli arrangiamenti melodici che si discostano in parte dal discorso monotono portato avanti dalle canzoni finali. Anche i testi sono privi di elementi significativi, un po’ banali nel loro voler trattare dei massimi sistemi del mondo, ma d’altronde, come scrivono loro nel comunicato stampa, “esprimono un concetto personale spesso nascosto all’apparenza che lascia libera l’interpretazione dell’ascoltatore”.
Le influenze da cui si dichiarano ispirati sono l’indie britannico, il trip hop e la dance anni ’70 e a queste si potrebbe aggiungere anche il panorama pop italiano che aspira all’indie rock. Un’aspirazione che rimane tale nel primo album Superstellar, ma che con qualche aggiustamento potrebbe essere raggiunta in lavori futuri.
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