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Hunx: Hairdresser Blues

Esordio da solista per il leader degli Hunx and His Punk: introspettivo, intimo e privato, come mai prima. Non punk, ma più di un disco pop

Hunx

Hairdresser Blues

(CD, Hardly Art)

pop, glam, garage, dunedin


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Hunx“Una volta qualcuno ha descritto la mia musica come ‘Pop da parrucchiere’: non so cosa significhi, non so come suoni, quello che so è che sembra appropriato per descrivere il suono di questo disco. Hairdresser Blues è diverso da un disco degli Hunx and His Punk, è la cosa più vicina a un album solista che io abbia mai realizzato”.

Hairdresser Blues, registrato a New York con Ivan Julian dei Richard Hell & The Voidoids, a cui l’artista è molto legato, vede Hunx (al secolo Seth Bogart) suonare tutti gli strumenti, eccetto la batteria (suonata da Daniel Pitout dei Nü Sensae). Hunx canta l’amore, la lacca, e i pattinatori attraverso melodie pop con alcune tracce di glam, garage e il Dunedin Sound anni’80. Un altro mondo rispetto agli Hunx and His Punk: “Ogni volta che scrivo le canzoni per gli Hunx and His Punx, devo immaginare di stare su un palco: la gente vuole vedermi scatenato, ma spesso è difficile cantare riguardo cose tristi quando sono pieno di alcol, truccato e con una parrucca, mentre urlo per sconvolgere il pubblico. Gran parte di questo album riguarda argomenti di cui solitamente non scrivo. Con queste canzoni, il mio obiettivo non era quello di intrattenere il pubblico, volevo soltanto farle uscire da dentro di me”.

Ripercorriamo le tracce di Hairdresser Blues: Your Love Is Here to Stay
 è una dichiarazione d’amore e di fedeltà eterna, di cui non bisogna vergognarsi; camminando lungo una spiaggia di nudisti a San San Francisco ha avuto l’ispirazione per Private Room, simboleggiata dalle piccole cave di pietra ricavate dall’uomo per avere intimità. La vivacissima Let Me In è la preghiera di chi ha sbagliato e vuole fare di tutto per rimediare; Always Forever è stata scritta dopo che Hunx, uscito da una orribile relazione, si è svegliato un bel giorno, come se avesse vinto una battaglia, e questo si riflette in un forte sentimento.

Per Hairdresser Blues, Hunx è davvero onesto quando confessa “ho rubato l’intro di chitarra da Kim Deal”; Do You Remember Being A Roller? è un tributo tribute ai Bay City Rollers, di cui è perdutamente innamorato. Davvero molto vintage I’m Not the One You Were Looking For e la successiva Set Them Free; triste e struggente Say Goodbye Before You Leave, dedicata a Jay Reatard, con cui era diventato davvero molto amico l’anno prima che morisse, condividendo anche un tour che porterà per sempre nel cuore; When You’re Gone, registrata come in trance dopo un brutto sogno nel cuore della notte, parla di suo padre e in generale racconta che quando si perde una persona cara, non si crede che sia davvero volata via, ma che possa un giorno tornare. Chiude I Love You A Little Too Much: cosa non si farebbe per amore…

Un album introspettivo, intimo, privato, direttamente dal profondo delle sue emozioni: “La maggior parte di queste canzoni sono state scritte a notte fonda nella mia camera, quando attraversavo periodi davvero difficili. Spesso non ricordavo neanche di aver scritto le canzoni. È più di un disco pop, ma non è punk”.


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Marco Buccino
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