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Hope Sandoval and the Warm Invention: Until The Hunter

Quello che sarebbe potuto essere e quello che invece è. La nuova fatica di Hope Sandoval and the Warm Invention, Until The Hunter, parte in maniera inedita per la "nostra", salvo immediatamente diventare ben più convenzionale

Hope Sandoval and the Warm Invention

Until The Hunter

(Tendril Tales)

indie-folk, dream-folk

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hope-sandoval-and-the-warm-inventionsQuello che sarebbe potuto essere e quello che invece è. La nuova fatica di Hope Sandoval and the Warm Invention, Until The Hunter, sarebbe potuta essere una magnifica escursione in territori ipnotici, cinematici, quasi psichedelici, con tinteggiature ambient: la lunga traccia d’apertura Into the Trees.

Invece, dalla seconda traccia in poi… diventa ed è qualcosa di ben più convenzionale. Si badi bene, per quanto convenzionale può essere la magica voce dell’ex (?) Mazzy Star Hope Sandoval. Ma non si va troppo al di là di un convenzionale indie-folk con collaborazioni eccellenti (Kurt Vile in Let Me Get There e in tutto l’album Colm Ó Cíosóig, primo batterista dei My Bloody Valentine).

Atmosfere dreamy e più genericamente narcotiche segnano un po’ tutto l’album, di cui però l’andamento è piuttosto privo di sussulti, sia sonori e sia emotivi.

Si badi bene, la “nostra” sa bene come risultare sempre poetica ed ammaliante, ma Untile the Hunter sembra più una rimpatriata tra amici – tutti bravissimi, per carità – piuttosto che un disco frutto di un progetto ben meditato.

Gli amanti del genere andranno in brodo di giuggiole, seppure senza alcuna sorpresa (fatta eccezione l’eccellente traccia iniziale), chi invece cerca emozioni più o meno inedite rimarrrà piuttosto deluso.

 

 

 

 

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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