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Hattorihanzo: Eau de Punk

Sincero e verace punk-rock. Questo, in buona sostanza, ciò che ci offrono gli Hattorihanzo, giovane combo alessandrino che con Eau de Punk propone la sua personale visione, ironica e affilata, del rock più diretto e senza fronzoli

Hattorihanzo

Eau de Punk

(Cd, Autoproduzione)

punk-rock

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Hattorihanzo- Eau de PunkSincero e verace punk-rock. Questo, in buona sostanza, ciò che ci offrono gli Hattorihanzo, giovane combo alessandrino che con Eau de Punk propone la sua personale visione, ironica e affilata, del rock più diretto e senza fronzoli.

Il nome preso in prestito dal famoso/famigerato ninja del medioevo nipponico non tragga in inganno, nel sound del gruppo non ci sono zone d’ombra, sotterfugi stilistici o ambiguità interpretative, ma anzi uno stile diretto e senza sovra-strutture, energico e noisy quanto basta, che ha dunque nell’immediatezza la sua arma vincente. E proprio come uno shuriken ninja questi nove brani vanno dritti e veloci al punto, schietti e diretti nei suoni e nelle lyrics.

Gli Hattorihanzo vanno ad ascriversi in pieno al novero delle numerose band italiche dedite al genere, un po’ garage, un po’ pop, che fa largo uso degli strumenti stilistici ereditati dal punk, riadattati alle necessità espressive delle nuove generazioni, giungendo quindi alla caratterizzazione di una proposta musicale (forse troppo) riconoscibile.

Giri ritmici e vocalità (Dipax, voce/chitarra e “frontman” del gruppo) sono infatti perfettamente coerenti al genere proposto, così come lo sono la verve umoristico/sarcastica ai limiti del non-sense dei testi, come le gradevoli Se Io Faccio Godzilla Tu Mi Fai Il Giappone?, Giulia è Nel Frigo!, oppure anche Le Mie Giornate Di Marmo.

Un album piacevole a un primo ascolto, ma che mostra in fretta la corda, a causa di un approccio semplice e dalla scarsa profondità relativa. Non un lavoro deficitario o insufficiente, ma un album come ce ne sono molti, nell’attuale panorama discografico, e che quindi si pone in competizione diretta con molte altre realtà artistiche, nonché con l’eredità di mostri sacri che, qui come altrove, nella musica contemporanea, sembrano irraggiungibili, sotto molti punti di vista.

Eau de Punk dichiara la sua identità sin da subito, non ne fa mistero, e questo permette comunque un approccio disteso a tale proposta, adatta a un ascolto senza troppe pretese, divertente e coinvolgente quanto basta, ma comunque non epocale artisticamente. Non vi cambierà la vita, musicalmente parlando, ma riuscirà a renderla un pò più piacevole, per qualche minuto.


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