Goldfrapp
The Singles
(CD, Mute/Parlophone)
electro-pop
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Sensualità e profumo scandinavo: Alison Goldfrapp e Will Gregory tornano con una raccolta dei loro più grandi successi. I Goldfrapp pubblicano The Singles, che contiene le loro dodici canzoni più famose, tratte dai cinque album fin qui prodotti, più due inediti e due remix (solo nella versione deluxe): un greatest hits per ripercorrere la loro carriera, dal grande esordio di Felt Mountain alle ultime controverse uscite discografiche.
Il disco si apre con la mondana Ooh La La, televisiva colonna sonora delle passerelle più trendy; si prosegue con Number 1, inserita forse nel posto sbagliato, perché troppo lenta e melensa, ma la svolta commerciale di Strict Machine (Single Mix) riporta verve negli amplificatori. Lovely Head, piacevole ballata noir, precede Utopia (Genetically Enriched), un mare di effetti in cui la sua voce risplende eterea e sexy. Semplice A&E, raffinata Happiness (Single Version); audace e aggressiva Train, Ride A White Horse (Single Version) lo è ancora di più. Rocket e Believer sono revival fluo anni ’80, Black Cherry presenta tratti glam e una sensualità alla Garbage. Chiudono due pezzi inediti: il dream-pop di Yellow Halo (definito dalla band “meraviglia synth-pop”) e le sonorità futuristiche di una ballad anni ’60 come Melancholy Sky, tra synth e psichedelia, tanto da essere etichettata dagli stessi Goldfrapp come “ballata introspettiva new-wave”: intrapresa una nuova strada, abbandonando la dance radiofonica per un ritorno all’electro-pop che ne ha caratterizzato la loro ascesa. Infine, la versione deluxe regala una coppia di bonus track, pezzi già editi ma remixati: Utopia (Plaid Remix) e Alive (Cereal Spiller Remix), che perde lo smalto rock presente nella versione originale.
Poco incisivi per il mainstream, troppo barocchi per gli appassionati: un pop elegante, ma bloccato e compassato; indipendente, ma eccessivamente ricercato; incompiuto, ma comunque coerente. Spesso una raccolta riesce a valorizzare maggiormente i brani contenuti al suo interno: in questo caso, invece, la scelta è penalizzante, perché i singoli acquisterebbero più risalto come successi radiofonici non inseriti in un contesto monotono e ripetitivo come questo. I Goldfrapp sono già al lavoro per il seguito del deludente Head First: nei due inediti proposti, ci sono le premesse per un ritorno al passato, per riavvicinarsi a quel sound che li aveva resi famosi agli esordi.
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