Gold Panda
Dj Kicks
Cd e digital – K!7
IDM, Micro House, Glitch
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Ormai mancano poco più di un paio di mesi alla fine dell’anno e per l’etichetta K!7 di Berlino è stato un 2011 ricco di uscite e nomi importanti, tra cui James Holden, Kode 9, Apparat, Wolf+Lamb, solo per ricordarne qualcuno.
Ogni artista ha proposto interessanti selezioni, alcune più orientate al ballo, altre più cerebrali e d’ascolto, ma tutte gustose e meritevoli di attenzione.
E non si smentisce nemmeno con il menu scelto da Gold Panda, musicista, compositore e produttore inglese, cresciuto però in Giappone, che firma il nuovo capitolo della serie Dj Kicks.
Dopo l’album Before del 2009, diversi EP e l’album Companion (digital), eccolo salire in cattedra al mix per una compilation.
E non se la cava affatto male, difatti è suo il brano di apertura An Iceberg Hurtled Northward Through Clouds, dove qualche lontana influenza orientale traspare in un suono ricco di tessiture e ricami, poco importa se minimal, ambient o glitch, è materiale valido.
Seguito da Puerto Rican Girls di Melchior & Pronsato, rimane fedele ad una linea dove è l’ascolto intimo che ha la precedenza, mentre la ritmica viene ridotta all’indispensabile. Ogni tanto voci fanno il loro ingresso in modo volatile, come anche qualche sample eighties.
Più corto è invece Charisma Theme di Bok Bok, che attraverso una linea di basso e ritmi dubstep, è un piacevole intermezzo verso Andreaen Sand Dunes dell’impronunciabile Drexciya che contiene alcune note di synth che oscillano qua e là per tutti e due i minuti.
Verso la traccia n. 5, invece, qualcosa cambia con Uzi Mahmood 8 di Muslimgauze(?), dove i battiti diventano più centrali, mentre risaltano voci provenienti da chissà dove.
Interessante anche il ritmo latino di Pawel con Coke, dove forti sono le influenze new age, che poi proseguono nel brano successivo di Ramadanman: Revenue (Untold Remix).
Dopo un ascolto iniziale si può cogliere il grande sforzo del produttore inglese nell’adattarsi dj, che tra l’altro gli è riuscito senza particolari problemi, anche grazia alla libertà creativa concessa da Dj Kicks.
Verso la traccia dieci, Closer Musik di Maria, si può apprezzare meglio l’ampio spettro di influenze, dopo un inizio da trafficante di effetti da banco propone una versione dubstep che gradualmente prende coraggio, tanto da diventare una buona vitamina per gambe pigre. Mentre verso la fine si sente un suono di chitarra sporcato, che vagamente ricorda quella usata dai KLF in 3 AM Eternal.
Subito in sequenza si trova un altro pezzo del panda dorato: Back Home. Malinconica Glitchadelia che inizia con accordi che sembrano smorzati, incompiuti volutamente e che a metà si lascia andare a un senso precario, quasi rinascimentale, con un triste violino.
A ruota, dopo una breve pausa con il vynth-piano di Christopher Rau: Do Little e con il micro beat – bass driven di Jan Jelinek con If’s, And’s And But’s, Gold Panda non dà punti di riferimento stilistici, quasi come se schierasse una punta di movimento, difficile da marcare.
Naturalmente c’è anche molto altro: ad esempio lo scarno minimalismo all’interno di Shake di Sigha, la lisergica dubstep di Opiate con Amstel, la tensione palpabile da attacco alieno dell’artista Brainiac: The Turnover. E molto altro che a fatica si può codificare.
L’ennesima prova che Dj Kicks è tutto meno che banale e scontata, di certo non è proprio accessibile ad ogni orecchio, ma non è forse anche questo il suo bello?
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