Gli Anni Luce
Mr. Kiss
(Lp/DigitalDownload, DeAmbula Records)
krautrock, psychedelic rock, post-rock
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Viaggi interplanetari verso galassie lontane, distanti miliardi di chilometri dalla Terra. Non potevano che chiamarsi Gli Anni Luce, i tre componenti di questo gruppo provenienti dalla sempre fertile Bologna. Bruno Germano (voce, chitarra, pianoforte), Francesco Begnoni (basso elettrico) e Zeus Ferrari (batteria) formano questo eccellente trio strumentale che mischia post-rock, psichedelica e krautrock.
Il loro primo album, Mr. Kiss, uscirà nella versione vinilica limitata a 300 copie per la DeAmbula Records, una delle etichette underground italiane più interessanti. Altrimenti l’album è disponibile come DigitalDownload
Forti di una grande abilità compositiva e visionaria, Gli Anni Luce reinterpretano al meglio le influenze per creare qualcosa di veramente personale: dai Pink Floyd e dagli Ash Ra Tempel prendono l’interesse per la psichedelia cosmica, dai Popol Vuh la spiritualità; dai Mogway alcune sonorità post-rock, dai Bardo Pond la psichedelia iper-dilatata, e dai Tangerine Dream gli ambienti siderali.
Il disco è aperto da Scaricatori Di Porno: nell’intro floyd-iana, note di chitarra e pianoforte si propagano verso direzioni diverse. L’atmosfera è carica di mistero. Poi si avverte un’esplosione di pura psichedelia dilatata. I suoni vengono lasciati estinguersi inesorabilmente, fino a quando si riuniscono e danno forma ad un cavalcata interstellare; alla fine vengono risucchiati da un buco nero fatto di effetti di matrice krauta.
Con Il Ciccione Viaggiatore le distorsioni astrali viaggiano atterrando su un desolato pianeta ricoperto dal deserto. Effetti allucinati accompagnano la permanenza su questa terra polverosa. Dopo che la chitarra distorta fa il suo ritorno, improvvisamente si alza un vento spaziale che crea piccole turbolenze che sconvolgono la quiete iniziale.
Con Bello Anzi Bellissimo ci si sposta verso il pianeta celestiale. Un paradiso però a tinte inquiete che richiama per intenzioni In Den Gaerten Pharaos dei Popol Vuh: l’intento infatti non è quello di generare angoscia, ma al contrario è quello di promuovere la comunione tra luce e tenebre, tra yin e yang. Ipnotico, misterioso ma al tempo stesso distensivo, questo è un brano dove la chitarra rinuncia alle fughe psichedeliche ma si fonde con gli altri strumenti creando l’ambiente.
Il viaggio continua con le sonorità aggressive di Le Reni Di Babbo Natale, il pezzo più corto del disco, tra nastri al contrario, batteria martellante, chitarra post-rock e sciabolate del basso elettrico.
La tappa finale è 2323, dove si respira la pace dei sensi di un Hosianna Mantra (ancora Popol Vuh) tra delay e piatti. Mentre gli accordi vengono mandati in loop, la chitarra disegna geometrie morbide e vellutate. In seguito è il basso a uscire dal guscio e trovare una via più dura, con rare incursioni distorte della chitarra. I successivi loop ed effetti spaziali montati come un collage causano un senso di smarrimento: sono impulsi che si incanalano verso bivi sonori. Nel finale la chitarra compie l’ultimo excursus psichedelico, per poi chiudere l’album con gli stessi effetti alienanti ascoltati in precedenza.
Davvero distanti anni luce da tutta la musica italiana (per suoni e composizione) i tre ragazzi di Bologna dimostrano in questo Mr. Kiss una qualità che supera ogni aspettativa. Dotati di una personalità che hanno solo le grandi band, Gli Anni Luce hanno prodotto un album tra i più interessanti degli ultimi anni in Italia.
Album in streaming e in vendita su: http://glianniluce.bandcamp.com/
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