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Glasvegas: Later…When the TV Turns to Static

Ci sono band che portano cucite addosso la nebbia e la malinconia della terra d’Albione. Una di queste sono i Glasvegas, giunti con questo Later...When the TV Turns to Static al terzo album

Glasvegas

Later…When the TV Turns to Static

(Cd, BMG)

britpop, poprock

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Ci sono band che portano cucite addosso la nebbia e la malinconia della terra d’Albione. Una di queste sono i Glasvegas, giunti con questo  Later…When the TV Turns to Static al terzo album (quarto lavoro se consideriamo l’EP del 2008).

Già dall’omonima traccia d’apertura si capisce che le cose per James Allan e soci non sono cambiate, lo stile è lo stesso, ma il fascino dei primi lavori sembra solo un lontano ricordo.

Dopo una Youngblood in riverbero ed una Choices molto affine col peggior Badly Drawn Boy, All I Want Is My Baby sembra risollevare un po’ le sorti di un album che pecca di ispirazione.

I’d Rather Be Dead (Than Be With You) ed il suo tappeto di pianoforte su cui Allen parla/canta, è il brano che preferisco di questo nuovo album. L’unico in grado di reggere i confronti con gli esordi.

Se con If, la band cerca di ricordare un po’ gli anthem romantic-pop alla Coldplay, con le conclusive Neon Bedroom e Finished Sympathy (con inutile funerea ghost track), riporta al torpore che avvolge tutto l’album.

E’ un gran peccato veder crollare le speranze che molti nutrivano sugli scozzesi Glasvegas fin dai tempi di Geraldine, ma a volte bisogna rassegnarsi.

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Fabio Busi
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