Giacomo Toni
Nafta
(Brutture Moderne)
piano punk
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A metà tra il mondo cantautorale aulico della tradizione e la cosiddetta scena indie contemporanea, Giacomo Toni cerca una via alternativa per dare voce all’entroterra agricolo e alla provincia romagnola nella quale è nato e cresciuto. E la trova ‘limitandosi’ a raccontare storie vere di vita vissuta, delle quali è stato spesso testimone oculare, nel modo più schietto e diretto possibile, lasciando all’ascoltatore il compito di riconoscere vizi e virtù di personaggi sopra le righe, metafore di una realtà tanto vicina a noi da risultare familiare.
Nasce così Nafta, un album grezzo e verace maturato con la band on the road, nel quale la miseria e lo squallore di vite (apparentemente) ordinarie vengono narrate attraverso gli strumenti del lusso: i pianoforti, i sassofoni, i tromboni. Giacomo Toni è conosciuto anche come l’inventore del piano punk, definizione che si è dato quasi per gioco, ma che delinea perfettamente lo stile della sua musica: un omaggio sporco a Jerry Lee Lewis, un punk che normalmente trova la sua forma espressiva nella distorsione delle chitarre, ma che qui invece si abbandona ai territori sconosciuti dei fiati per trasmettere meglio l’istintività e la sincerità dei suoni.
Il punk si fa freddo e piatto (A nessuno), jazz funk e hip hop si fondono come nel sud degli Stati Uniti (Lo strano), il piano crea ambientazioni noir (Il diavolo marrone) e si mette solitario e armonico al servizio dell’artista, quando questo decide di mettersi a nudo senza filtri (Inchiodato a un bar). Già, perché le storie di Nafta non sono solo uno spaccato agrodolce della provincia italiana, ma anche un pretesto per un’analisi molto più profonda dell’essere umano (e delle sue similitudini con il mondo animale – Cugino motorio pasticca), oltre che dell’artista stesso, che filtra le mille citazioni dei suoi testi attraverso la lente del linguaggio popolare, “per parlare ai bifolchi con le parole degli intellettuali”.
Nafta è un disco che fa presa e intriga fin dalle prime battute per il suo sound diverso, antico e contemporaneo allo stesso tempo, così come per il modo sfacciato e diretto di raccontare storie di ordinaria follia. Per accompagnarci in un viaggio ricreativo-educativo attraverso immagini quotidiane destinate a sottintendere un mondo al quale sta a noi dare forma e voce.
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