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Gemma Ray: The Exodus suite

La sensibilità underground di Gemma Ray si ammanta di psichedelia in un album stilisticamente vario, evocativo ed elegante, The Exodus suite

Gemma Ray

The Exodus suite

(Bronze Rat Records)

pop noir, psichedelia

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gemma-ray-the-exodus-suiteLe principali testate musicali britanniche ne hanno tessuto le lodi, definendola la regina del noir londinese; diversi artisti, tra cui Jimmy Page e Nick Cave, ne hanno apprezzato il talento chitarristico e l’eleganza compositiva. Con un pedigree come questo, è pressoché superfluo affermare che The Exodus suite, ultimo album di Gemma Ray, è l’ennesima conferma dello stile unico di questa cantautrice, capace di creare delicate atmosfere rarefatte ammantate di psichedelia, che le regalano quell’allure noir che è ormai diventata il suo tratto distintivo.

Lontano dagli spiragli di luce e positività gettati dal lavoro precedente, The Exodus suite non è però quel concentrato di oppressiva negatività dark che ci si potrebbe aspettare, quanto piuttosto un’espressione raffinata della sensibilità di questa artista, che riversa nella sua scrittura le più svariate tematiche, scandagliando mondi lontani tra loro (l’ode alla vastità della natura di Hail animal e la tecnologia imperante di The machine) e cogliendo a piene mani dalla quotidianità e dall’imperscrutabile condizione umana.

Tanta varietà a livello di liriche trova espressione in un miscuglio di contaminazioni stilistiche, dove su tutte prevale la psichedelia. Apparentemente scarno e semplice, il tappeto musicale che Gemma tesse canzone dopo canzone è orchestrato in modo magistrale armonizzando chitarra, batteria, basso, piano e synth. Un po’ come una donna che esce con un trucco leggero, che però ha richiesto una buona dose di maestria per produrre quell’effetto naturale, Gemma gioca con i toni afro-beat, Krautrock, pop, folk e surf per creare momenti sospesi nel tempo, dall’effetto solenne ma al contempo immediato.

Con The Exodus suite, registrato in presa diretta a Berlino, proprio per mantenere non solo la naturalezza, ma anche la (splendida) imperfezione del suono così com’è, Gemma Ray consolida la sua posizione all’interno dell’universo indie, un universo pop oscuro ma non per questo interdetto al grande pubblico.

 

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Simona Fusetta
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