Gates
Parallel lives
(Pure Noise)
post-rock
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Disco di delay, echi e rimbombi come sempre, ma una linea armonica più carica di atmosfere aeree, più melodica nei tratteggi e nelle evanescenze post pock, praticamente una elevazione da quella forma ambient in cui li avevamo conosciuti e lasciati con Bloom & Breathe. Parallels Lives è il nuovo disco degli americani Gates, un lavoro molto più avvicinabile agli orecchi, pulito e rifinito nei minimi dettagli.
La dimensione della band del New Jersey è fluttuante come i tramonti di Copeland e gli orizzonti rossastri di certi Waking Ashland, Acceptance, una lussureggiante poetica volante che in undici tracce mette le ali e sorvola storie e sogni rarefatti, sempre con quella aura nebbiosa che in un certo senso si fa mistero, una bella propensione a spaziare senza pesantezza e quei carichi elettrici che interrompono l’architettura della forma canzone.
Si, i Gates hanno invertito il senso di marcia della propria estetica sonora, molto più intima ma con brio elegante, un ascolto rilassante e flessuoso che fa dimenticare gli affanni, il buio di Eyes, la ballata cinematica Shiver, il soliloquio intimo Fade e l’aria impalpabile della title track sono il passaporto del lotto sonoro per traghettare il loro mondo verso il nostro, dopodiché è amore ravvicinato.
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