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Fungus Family: The Key of Garden

Nei solchi di The Key of Garden dei Fungus Family si ritrova tutto quello che sembrava andato perduto con gli anni d'oro del progressive rock. Improvvisazioni mai fine a se stesse, canzoni più o meno convenzionali, strumentisti bravissimi che sanno dove mettere le mani

Fungus Family

The Key of Garden

(Black Widow)

progressive rock

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fungus familyPer parlare di questo disco riportiamo integralmente le note rilasciate alla stampa dalla etichetta Black Widow: “La Fungus Family band nasce nel 2002, a Genova, come gruppo di improvvisazione totale. Un progetto che ha lo scopo di mantenere emerse le vibrazioni e le digressioni che sono proprie della musica rock degi anni 60 e 70. Blues, folk, progressive, psichedelia sono solo alcune sfumature che compongono il sound di questa band che attraverso la collaborazione con diversi musicisti della scena genovese ha saputo mantenere viva per 17 anni tale attitudine, e lasciando traccia di questo percorso su 4 dischi e altri bootlegs ufficiali e non. Nel 2019 presenta l’album: The Key of Garden, il terzo capitolo della trilogia sull’uomo, dove i testi e le musiche affrontano i grandi temi della filosofia contemporanea e la conseguente sua declinazione in vita quotidiana, polica e sociale”.

Fatta questa premessa, appare chiaro come le sonorità di questo combo italiano siano da ritrovare nel rock degli anni 70, quello libero, dove l’improvvisazione si fondeva con quel senso di libertà che ha portato tanti gruppi a scrivere pagine immortali di musica.

Un senso di indipendenza che, con il passare degli anni, è andato perduto e che si ritrova in band come queste che vengono, a volte, liquidate in maniera molto disattenta ed ingiusta come ambasciatrici di discorsi nostalgici e fuori tempo.

Invece nei solchi di The Key of Garden si ritrova tutto quello che sembrava andato perduto. Improvvisazioni mai fine a se stesse, canzoni più o meno convenzionali, strumentisti bravissimi che sanno dove mettere le mani.

Sembra di ascoltare in un frullatore unico squarci di Genesis, Jethro Tull, King Crimson e Yes, magari con le opportune reminiscenze di quel prog italiano che quarant’anni fa dominava e dava lezioni al mondo intero.

In tutto questo calderone c’è spazio anche per una cover che non ti aspetti, come See Emily Play dei Pink Floyd più beat e psichedelici che si conosca.

Stringendo le fila, questo lavoro è davvero un bel viaggio nel passato, fatto con gusto e grande qualità. In un mondo come quello attuale che consuma tutto alla velocità della luce, sarebbe opportuno fermarsi un attimo e godere di musica genuina e fatta con il cuore da musicisti appassionati e validi come la Fungus Family.

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Francesco Brunale
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