Foxhound
In Primavera
(Autoproduzione)
indie rock, post rock
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In Primavera è un concentrato di indie rock caldo e avvolgente, cerebrale e psicotico, ma anche spontaneo e senza fronzoli, arriva al cuore e rimbomba in testa. E’ l’album che segna il ritorno dei Foxhound, quello (speriamo) del grande salto verso le luci della ribalta. Di loro c’eravamo occupati diverso tempo fa, con uguale eccitazione.
I Foxhound sono quattro torinesi classe ’92 che hanno all’attivo due anni di concerti, aperture ad artisti internazionali, partecipazioni ad importanti festival (fra cui il Primaverasound di Barcellona, sarà per questo che l’album si chiama così?) e un’ottima fortuna critica.
In Primavera è ben strutturato: c’è un fil rouge melodico che crea una tensione, uno sfondo comune che conduce l’orecchio senza fatica per le undici tracce.
Si comincia con All on my own perfettamente congegnata nel suo incastro armonico e vocale cui fa da sottofondo un impasto ritmico di sfumature electro, per arrivare alla decisamente british Erase me. La capacità di questi ragazzi di sperimentare e variare timbri, ritmi, registri, influenze è davvero stupefacente, segno di ricchezza e di grande maturità.
Sentendo out e il poderoso virtuosismo del basso c’è l’atmosfera di un britannico cielo lattiginoso visto attraverso i vetri di un fumoso pub, a metà della canzone la melodia passa alla tromba in una trovata davvero geniale e degna di nota. Il ripetersi regolare in tutto il testo del verso everybody sees è una sorta di grido profetico urlato con un’angoscia dal colore adolescenziale, ed è proprio in queste atmosfere dai confini labili che sta la novità dei Foxhound.
Ciò che colpisce maggiormente di Gasulì è, oltre al perfetto amalgamarsi dei suoni, la voce profondissima ed evocativa. In Summer yeast e That’s the sky si sente tutto l’influsso di british band quali Arctic Monkeys e The Kooks.
Con questi giovani che ridanno linfa vitale alla scena indipendente italiana c’è da tenere l’udito sull’attenti… si prevede una stella in ascesa!
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