Foo Fighters
Saint Cecilia Ep
(Autoproduzione)
Rock
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Dave Grohl una ne pensa e mille ne fa. Non pago degli sconfinati tour in largo e lungo il pianeta, mai stanco degli estenuanti stili di vita – con annessi e sconnessi – trova tempo anche di dare alle stampe questo Ep, Saint Cecilia che – dopo il fiasco clamoroso di Sonic Highways – starebbe lì per in primis raddrizzare certi vuoti e in seconda per arricchire la notevole patina che insieme ai Foo Fighters si trascina con orgoglio.
Cinque tracce inedite, autoprodotte, registrate ad Austin tra session e goduria elettrica, distribuite gratuitamente ai loro concerti in memoria dei ragazzi uccisi al Bataclan di Parigi; questo il motivo essenziale di questo mini lavoro ma dall’alto potenziale rock che i Foo Fighters sparano a watt assurdi per immortalare – se ce ne fosse mai bisogno – la propria identità, il proprio “essere” tra i grandi volumi.
È sempre il loro sound, niente di nuovo intendiamoci, ma è sempre comunque una scarica impetuosa di distorsori e powering bestiale, una massa amperica che in Saviour breath toglie il fiato e che ricorda certe tirate frenetiche alla Deep Purple, ma poi Sean, la Younghiana Iron rooster, lasciando in disparte il pezzo meno riuscito del lotto, il classic rock che balla in Saint Cecilia, e la botta finale che chiude la sarabanda The neverending sigh, testimoniano una band in ottimo stato di grazia che – nonostante tutto – riesce a stare a galla, a dettare piccole leggi e scuole a molti.
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