Fadà
Polvere di musica
(CD, Fadamusik)
pop, folk, rock
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“Pop asimmetrico conclusionato”: così è stato etichettato il genere musicale di Fadà, al secolo William Fusco, cantautore, polistrumentista e produttore che dopo alcuni progetti ( tra cui la cover band Machin À Laver, i Reevoluto e la William Fusco Marabut Orchestretta) pubblica Polvere di musica, titolo non troppo originale per il suo primo lavoro discografico da solista, che invece di innovativo ha molto da offrire. Dieci brani freschi e genuini, come frutti appena colti, dove la fantasia si mischia con la musica, dove il sogno entra nel quotidiano, dove il passato bussa alla porta del contemporaneo. In più, da sottolineare l’impatto zero della produzione: il disco, infatti, è stato registrato, arrangiato e autoprodotto in uno studio ad impianto fotovoltaico e sarà disponibile solo in formato digitale e non in copia fisica.
L’inizio è incisivo con Cinemà e le pazze stelle, il ritmo della seguente Antidoto prende grazie a ottimi synth. La donna cervello è la hit del disco, che ha fatto conoscere Fadà al grande pubblico: un violino gipsy e una melodia ironica e irriverente raccontano i pensieri di una donna in minigonna capace di provare piacere soltanto se il suo intelletto viene stimolato. La notte delle streghe rievoca probabilmente la leggenda di Benevento con ritmi variegati e una buona chiusura in inglese. Il poeta è un efficace ritratto baudeleriano di chi guarda il mondo con disincanto; echi di Vinicio Capossela ne Il cappellaio matto, pezzo troppo complesso e alla lunga noioso. Cattura invece il ritmo di Like a danz, una serata dallo spirito gitano per evadere dalla monotonia dell’uomo moderno; la ballata Perfect face esalta la vocalità di Fadà e mette in luce un suo inedito lato sentimentale. In chiusura, il suono liquido di Nemo e la filastrocca di Souvenir ci ricordano che l’unica strada da seguire è quella tracciata dalla musica e dall’amore.
Perché l’ironia è la via di fuga dalla piattezza del presente e tutta la magia risiede dentro le canzoni: “Le parole possono avere un suono e lamusica un significato, la musica è il mistero che hanno perduto per sempre le religioni: non serve Nietzsche per capire questo, basta una canzone di Billie Holiday o una sognante melodia napoletana”.
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