Eva Braun
Dopo di noi il diluvio (Volume 1)
(LFD)
rock d’autore
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Cantautorato essenziale, urlato, turgido, che schiuma e poetizza insieme ad elettricità, urgenze e tutte le immaginifiche sintesi che il pensiero – come forma solida – rilascia a mani piene; tutto ciò in questo splendido esordio dei romani Eva Braun, Dopo di noi il diluvio (Volume1), nove nervi scoperti che pulsano e ubriacano di bello stomaco e cervello di chi ascolta, un impatto asciutto e maturo che riassume delirio e alienazione nei non confini di una tremenda espressione passionaria, tremendamente sanguigna.
A volte bastano minimi movimenti per cambiare il senso delle cose, e questa introspettività giocata dalla band non ci fa abituare a cose semplici, affatto, l’intelligenza e l’imbarazzante personalità alta che fanno esplodere è un gancio a certo underground becero e spalmato su ovvietà a chili, il loro pathos è veritiero.
Destinate ad un decollo verticale inverosimile, le tracce scarniscono la pelle e fanno carotaggio profondo nell’anima, una visione grigiastra sull’adesso e sul domani, fosco presagio di un “no future” che si taglia col coltello come una nebbia di novembre.
I nostri eroi capitolini si incollano alla mente, le loro “giaculatorie” distorte fanno centro, il controcanto ribelle Impromptu n.1000, la foga e la bava copiosa Dopo di noi, l’urlo delirante E poi dicono che non esiste attrazione chimica o il tocco kuntziano che brilla dentro Il progetto Manhattan, sono il soffio di sfogo di un debutto che nel tratto di una cifra insondabile, fa scattare endorfine e rabbie tormentate.
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