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Etta Scollo: Cuoresenza

Etta Scollo ritorna con un album che ci racconta il suo lungo viaggio da Catania a Berlino attraverso la rivisitazione di grandi successi italiani alternati a brani più ricercati uniti dalla sua inconfondibile voce

Etta Scollo

Cuoresenza

(Cd, Trocadero)

jazz, folk

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etta-scolloCatania e Berlino sono separati da circa 2000 chilometri, ma in questa audiobiografia è molto più lungo il percorso che vuole raccontare Etta Scollo, nata in Sicilia e trasferitasi prima in Austria poi in Germania, dove tiene la maggior parte delle sue esibizioni.

Pur essendo stata lontana per molto tempo dal Belpaese, Etta scrive e canta in italiano e nel suo ultimo album conferma questa tendenza, reintepretando diverse pietre miliari della musica italiana, sempre mantenendo il suo personalissimo stile che fonde jazz e folk, il quale crea un arrangiamento che incuriosirebbe anche il più scettico degli ascoltatori.

E’ proprio nelle “cover” contenute in Cuoresenza che emergono, in ogni sfaccettatura, le qualità vocali di Etta, permettendole di spaziare con assoluta tranquillità da Sopra I Vetri, uno dei primi lavori di Jannacci, alla versione musicale dell’ironica poesia di Stefano Benni Io ti amo, passando per le ben più note Se Telefonando e La Cura, che continuano il fil rouge romantico seguito per tutto il disco, e proprio quando si pensa che in questa serie di evergreen manchi solo un pezzo di De Andrè ecco che ascoltiamo un’interessante rivisitazione de La canzone dell’amore perduto.

Per completare questa sorta di diario personale non può ovviamente mancare né un omaggio al paese che ha permesso a Etta di raggiungere il successo né uno alla terra natìa, inseriti nel CD uno in fila all’altro (Der Novak e La Donna Riccia di Modugno quando si pensava che il dialetto in cui scriveva e cantava fosse siciliano), per far notare ancora una volta che il disco è una vera e propria storia che Etta ci vuole raccontare mettendo per un momento da parte la sua vena di musicista classica.

L’album, definito dalla cantante un viaggio del cuore senza corpo, si conclude con il brano omonimo che, grazie alle “chicche” contenute al suo interno, rende ogni traccia una piacevole sorpresa impossibile da perdere per ogni appassionato di musica italiana.


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Francesco Martinelli
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