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Essenza: Devil’s Breath

Gli Essenza tornano a far sentire la potenza e le vibrazioni della loro anima d' acciaio con Devil's Breath

Essenza

Devil’s Breath

(Cd, BIGMUD Records)

metal, trash metal

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Essenza- Devil's BreathNuovamente in prima linea tra le file del metal italiano, i tre fratelli Rizzello, meglio conosciuti nel panorama musicale col nome di Essenza, tornano a far sentire la potenza e le vibrazioni della loro anima d’ acciaio. E il loro ultimo lavoro Devil’s Breath, non smentisce la nuova vena musicale dalla quale hanno deciso di attingere nuova linfa: l’heavy metal con sfumature trash.

I tre del gruppo salentino, ormai ben insediato con tanto di artigli nelle playlist del genere dal lontano 1993, non possono essere più reputati dei novellini alle prime armi. La prova ne è già il loro precedente EP Dance Of Liars, dove abbandonato lo style iniziale che li contraddistingueva, un mix tra sonorità hard rock, rock melodico e heavy metal, hanno intrapreso la via dei Judas Priest e dei britannici Venom.

Otto tracce ben compresse in riff audaci, assoli stridenti ed un accompagnamento vocale da non sottovalutare. Si parte a 300 km/h dalla track che da il nome a tutta la raccolta Devil’s Breath, dove ritroviamo appunto l’ essenza dell’ album stesso fino a giungere a Flyng Acrobats, nella quale è apprezzabile una cascata di assoli che accompagna fino alla fine l’ascoltatore. Un’ orecchio attento non può non trovare allusioni e rimandi alle sonorità di Garage Inc. dei Metallica in brani come Deep Into Your Eyes o Edge Of A Collapsed World. O addirittura tentativi di virtuosismo strumentale come in Dance Of Liars che richiamano il power metal di un certo Herman Li.

Un disco da ascoltare più volte per poter apprezzare al meglio i fulminanti richiami all’ ascolto resi tanto dalle corde vocali tanto dai taglienti assoli di chitarra. Un disco da tenere in considerazione per un una futura analisi ed approfondimento dell’operato artistico degli Essenza. Un disco da consigliare assolutamente a voraci ed insaziabili amanti del genere.

Un disco da evitare per i deboli di cuore.


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Francesco Caiafa
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