Epysode
Obsessions
(Cd, AFM Records)
melodic metal, progressive metal
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Obsessions è un album strutturato come un romanzo, con i brani che intrecciano una storia, si basano su una traccia, le danno corpo ed emozioni.
E’ Samuel Arkan, già chitarrista della band belga Virus IV, a muovere i fili della storia, abbastanza complessa, che ha un incipit da thriller ma che poi sfocia nel mondo del sovrannaturale. Un uomo indaga su una catena ciclica di sparizioni e omicidi, e arriva a scoprire, a causa di una serie di visioni che lo assalgono, dell’esistenza di un mondo parallelo abitato da creature misteriose. Ovviamente questo mondo e le sue creature sono la chiave per comprendere la catena di efferrate morti che il nostro sta seguendo. Non starò ovviamente a svelarvi il finale, anche perché è un po’ troppo intricato per essere riassunto a dovere.
Viste le premesse, il tono dell’album è inevitabilemente narrativo, ha un’atmosfera scura, densa, che a volte si scioglie in momenti più eterei e riflessivi. I quattordici brani sono suddivisi in macrogruppi, capitoli, come quelli di un libro, che descrivono l’arco dell’evoluzione della vicenda ideata dai nostri Epysode.
I primi due brani, che insieme formano Genesis, costituiscono insieme un intro stringato e cupo, il primo un mix inquietante di voci e rumori che prepara la scena, il secondo fatto di tenui accordi di chitarra e della voce di Liselotte Hegt.
Si cambia decisamente registro con la seconda parte, Phobia, in cui si ha un metal melodico più convenzionale, apocalittico, barocco (specialmente la title-track), ma che a tratti risulta un po’ legnoso. La terza parte, Insight, che fa da cuore pulsante dell’album, introduce elementi fluidi, misticheggianti, con Gemini Syndrome, morbido e risoluto insieme, e Season Of Redemption, che invece è più aggressivo e scattoso. Perfettamente bilanciata la quarta parte, Redemption, con due brani a perdifiato, urgenti e confusi, e altri due che mettono un accento più marcato sugli elementi lenti, sommessi.
Beginning è la quinta e ultima parte, con due brani densi ed evocativi che fanno da epilogo all’album e alla nostra storia, l’epico March Of The Ghosts e il più arioso e melodrammatico Last Sunset.
Obsessions è un lavoro ambizioso, ben orcehestrato, e un album corale (molte le voci e le collaborazioni che lo attraversano: tra cui i Pain Of Salvation Kristoffer Gildenlöw e Léo Margarit) con dei momenti densi e interessanti e altri un po’ meno riusciti.
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