Elettronoir
Suzu
(Goldmine Records)
electro-dark, electro-pop sperimentale
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Gli stessi Elettronoir definiscono così Suzu, la loro quinta fatica: un concept album che racconta l’umanità ai tempi della disumanizzazione, quadri netti che parlano dell’uomo, della guerra, dei sentimenti, della musica stessa. Da sempre.
Suzu è composto da 8 tracce che arrivano dritte allo stomaco per la musica in cui si fondono a meraviglia pianoforte e noise, strumenti elettrici e bit. E per i testi che portano immediatamente via la testa verso pensieri oscuri.
Citazioni dalla canzone d’autore italiana, influenze wave, filastrocche, ritornelli assenti o solo accennati, ritmi prodotti da percussioni con echi industrial: gli Elettronoir non sono una band meramente derivativa, bensì un terzetto con le idee chiarissime, che ha macinato tonnellate di musica e che ha trovato una propria cifra stilistica, al cui servizio s’è messo l’estro e la perizia del creatore di suoni Giovanni Versari (Verdena, Capossela, Afterhours tra i tanti con cui ha lavorato).
E inoltre gli Elettronoir hanno la lungimiranza e la consapevolezza che un disco, una raccolta di canzoni, può, è e deve essere un prodotto di comunicazione a tutto tondo, in cui ogni occasione è buona per dire / raccontare qualcosa, dalla splendida copertina al denso booklet con i testi del poeta Stefano Zuccalà.
Bravi, molto bravi; la loro musica non è per tutte le orecchie, ma mi auguro che Suzu riesca comunque ad essere un disco per molti.
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