Egokid
Troppa gente su questo pianeta
(Novunque)
pop
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Ci siamo. Senza dubbio Troppa gente su questo pianeta è per ora il picco di livello artistico raggiunto dalla band milanese che mira e riuscirà ad inserirsi nel panorama del pop italiano, gli Egokid. L’album segue lo sviluppo di un unico tema che indaga l’interiorità dei sentimenti umani e storie, forse realmente accadute o forse inventate, in cui è possibile riconoscersi perché universalizzate.
La band, composta da Diego Palazzo, Piergiorgio Pardo, Davide Debenedetti, Cristian Clemente, Fabrizio Buccheri e Giacomo Carlone, è al suo terzo lavoro italiano, dopo gli esordi anglofoni e i due precedenti album, Minima storia curativa, il vero e proprio trampolino di lancio, ed Ecce Homo, che ha affermato la loro notorietà.
La diffusione del nuovo disco invece è suggellata dalla collaborazione con Samuele Bersani, con cui la band ha scritto a quattro mani Il re muore, prima traccia dell’album degli Egokid ma presente anche in Nuvola Numero Nove del cantautore romagnolo. Ed è proprio da questa canzone che si scioglie il filo conduttore che lega i dieci brani di Troppa gente su questo pianeta: la fine di un amore e delle illusioni legato ad esso che attraverso il disagio individuale sfocerà nella malattia.
Mai giudicare un disco dalla copertina quindi, la quale sprizza ironia e non può non far nascere un sorriso, perché al suo interno si andrà a scavare in una profondità d’animo che il gruppo non aveva mai tirato in ballo.
Così amore, sofferenza, intimità, disagio dell’io si alternano in storie concrete e narrate con una delicatezza singolare tra ritmi a volte necessariamente più lenti, come in L’Alieno, e spinte di espressività musicale che, passando per l’originalità di In un’altra dimensione, la simpatica Il mio orgoglio, in cui il sentimento in questione prende sembianze umane, e il lirismo di Frasi fatte, raggiungono l’apice in Non balliamo più, brano che in un’atmosfera sanremese avrebbe senz’altro un impatto positivo ponendosi però decisamente su un gradino più alto.
Al di là dei testi magistrali, che raccontano in modo semplice ma raffinato l’universo a volte fin troppo ignoto della psiche umana, la musica che li accompagna si ferma ad un pop a volte prevedibile, nonostante raggiunga livelli alti di tecnica.
Troppa gente su questo pianeta racchiude al suo interno un piccolo gioiello di autorialità che ha le carte in regola per farsi strada nel pop italiano.
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