Ed Wood Jr
Silence
(Cd, Swarm Records)
math-rock
________________
La matematica, se applicata al rock, quasi sempre porta qualcosa di buono. Certo, Silence dei francesi Ed Wood Jr non sarà un disco epocale, indimenticabile. Con tutta probabilità non lo ascolterò mai più dopo averne scritto la recensione, però se per sbaglio dovessi incappare in un loro live sarei contento di vederli. Il che è più di quanto una delle tante band che esistono al mondo possa chiedere.
Parlavo di matematica applicata al rock, ma forse sarebbe meglio addentrarsi nel discorso. Il math-rock, questo conosciuto/sconosciuto, è un genere musicale nato negli U.S.A. durante i primissimi anni Novanta (c’è chi dice, forse a ragione, che Spiderland degli Slint possa essere considerato il primo importante disco math-rock) che si è poi evoluto negli anni fino ad assumere forme assolutamente lontane dalla sua estetica originaria, influenzando un numero di generi e di sottogeneri vastissimo (soprattutto agli albori del Duemila). Più che un genere, in effetti, sarebbe corretto di parlare di “approccio alla musica”: il math-rock infatti trova i suoi concetti base nella sperimentazione assoluta, libera, e nella geometrizzazione della forma-canzone, che viene letteralmente “squadrata”. L’effetto è quello di una musica spigolosa, dura, che spesso utilizza ritmiche fuori dal comune (tecnica presa dal jazz e dal prog anni ’70) per confondere l’ascoltatore, coadiuvando l’effetto con una produzione assolutamente sporca e graffiante (Steve Albini docuit).
Gli Ed Wood Jr hanno tutto questo, con in più una massiccia dose di strumentazioni digitali/elettroniche (a me personalmente hanno ricordato in alcuni frangenti i 65daysofstatic) e, in sporadiche occasioni, un sorprendente gusto per la melodia pop difficile da notare tra le band del panorama math (i Battles sono uno degli esempi più interessanti, e questi EWJ a tratti ricordano molto la band di New York). Naturalmente segnalano tra le loro influenze i Don Caballero, ma si discostano da questi mediante un approccio meno contorto e spigoloso alla canzone, rendendoli sicuramente più assimilabili ma facendogli perdere quella follia nevrotico-schizofrenica tipicamente math dovuta dalla secchezza delle ritmiche.
Se siete dei cultori del genere, non potrete negare a questo disco una chance d’ascolto. Tanto per tenersi informati su quale possa essere il panorama math francese, no?
Gli ultimi articoli di Stefano Ribeca
- Atari: Can Eating Hot Stars Make Me Sick? - November 19th, 2011
- Figurines - September 14th, 2011
- FM Belfast: I Don't Want To Go To Sleep Either - September 7th, 2011
- The Jojo Effect: Marble Tunes - July 2nd, 2011
- Glasvegas: Euphoric Heartbreak - May 24th, 2011