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Duran Duran: Paper Gods

Tornano i Duran Duran col nuovo lavoro Paper Gods. Con un sound molto attuale, per loro il tempo sembra non passare mai

Duran Duran

Paper Gods

(Warner Bros.)

pop

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recensione-duran-duran-paper-godTornano i Duran Duran, storica band anni ’80 che non ha sicuramente bisogno di presentazioni, tranne forse per le nuove leve che non hanno visto nascere quel fenomeno pop che noi adolescenti negli eighties abbiamo vissuto sulla nostra pelle in una sfida all’ultimo colpo con gli Spandau Ballet.

In questo Paper Gods, Simon Le Bon e soci non si sono lasciati sfuggire alcuna possibilità di arrivare alle orecchie di tutti, unendo il proprio operato a quella di special guests famosi soprattutto fra i giovani e abbracciando sia sonorità odierne, sia le atmosfere del tempo che fu.

Si parte con il sound di Paper Gods, brano molto orecchiabile che vede la partecipazione di Mr. Hudson e che lascia spazio alla prima bomba di questo nuovo lavoro. Last Night In The City è un brano dance adattissimo a scalare le charts di tutto il mondo grazie anche al feature di Kiesza.

You Kill Me With Silence ci fa fare un salto nel passato, ma con Pressure Off, coadiuvata da un bel video a 360°, si torna ai giorni nostri.  La melodia orecchiabile ed il “piglio” funk di Nile Rodgers e Janelle Monaè danno un gran tocco di classe al primo estratto da quest’album che a tratti ricorda vagamente Notorious degli stessi Duran Duran ma anche Get Lucky dei Daft Punk.

L’album prosegue con brani molto pop e orecchiabili, alcuni più classici come Face For Today e altri più attuali come Danceophobia.

Il giro di boa si ha con la romantica What Are The Chances? ed il synth pop di Sunset Garage.

In Change The Skyline trovo uno dei pochi cali di tensione di questo lavoro; nonostante la partecipazione di un bravo Jonas Bjerre, il brano non riesce a mio parere a decollare.

Butterfly Girl, con la partecipazione di John Frusciante (presente anche in altri brani), è introdotta da un giro di basso che ricorda vagamente il groove di Grandmaster Flash in White Lines e le sonorità del film cult Breakin’ Electric Boogaloo.

La lunga e trascurabile Only In Dreams conduce alla chiusura sognante di The Universe Alone.

Questo Paper Gods  è la conferma che certe band possono proseguire nei decenni con la loro carriera sapendosi rinnovare ma senza perdere la propria identità, continuando a tenere fedeli i fans di vecchia data ma attirando anche le nuove generazioni. Bravissimi Duran Duran!

 

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Fabio Busi
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