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Dunkelnacht: Revelatio

I Dunkelnacht fanno uscire il secondo album, Revelatio. Progetto dove l’ambient goth degli esordi si fonde con tutta la brutalità del black metal e le atmosfere cupe nordiche, qui rilette in chiave francese

Dunkelnacht

Revelatio

(Wormholedeath records )

black metal, extreme metal

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Dunkelnacht-RevelatioNell’ultima recensione ho accennato alla Scandinavia e alla sua vitale scena rock-metal, non sempre legata al versante più estremo, per il quale questa terra è diventata famosa nel panorama musicale.

Oggi mi si presenta l’occasione di fare una nuova riflessione sui guizzi vitali dell’underground.

I Dunkelnacht vengono dalla Francia e ci propongono tramite la Wormholedeath records il loro nuovo album, Revelatio. Musica che definire black sarebbe restrittivo.

La Francia continua a essere la patria di tanta buona musica estrema, che va dal più ortodosso black a progetti contaminati, come quello che stiamo prendendo in esame ora.

Revelatio non è solo black, non è solo goth – anche se il progetto è nato come una one man band ambient-goth.

Intrappola in sé lunghi assolo di chitarra e grandi atmosfere, parti cupissime di piano e frenetici passaggi di batteria.

Questo conferma la mia impressione, secondo la quale i francesi non cadano facile preda delle mode altrui, o comunque non senza imprimervi una forte impronta personale.

Post Prophetic Rebellion, il breve brano che chiude l’album, è così evocativo e ispirato che speri sia l’incipit di un grande film di orrore e vendetta.

Come in altri brani, la struttura musicale è creata intorno ad una base ambient-industrial.  L’atmosfera poi monta, sostenuta da un coro che scandisce una sola parola: “kill!”. A esso si sovrappone il discorso rabbioso di un uomo, presumibilmente un condottiero, che sputa parole incomprensibili (grazie anche alla forte distorsione). Il coro continua la sua incitazione e il tappeto musicale resta immutato, regalandoci una sensazione d’ineluttabilità ed estraniazione. Altra voce rabbiosa, altro  odio, a cui segue la chiusura secca del brano. 1 minuto e 31 secondi di semplice orrore dal forte sapore cinematografico, senza sbavature.

L’album è uno di quelli che si scoprono dopo svariati ascolti, grazie alla continua apparizione di nuovi elementi prima passati inosservati.

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Dafne Perticarini
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