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Diaframma: Niente di Serio

Il nuovo disco dei Diaframma è una bellissima sorpresa e forse il passo decisivo verso una ancor maggiore notorietà, magari non cercata, sicuramente meritata

Diaframma

Niente di Serio

(CD, Diaframma Records/Self)

rock, canzone d’autore

[starreview tpl=16]

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Diaframma- Niente di SerioBella sorpresa. Nessun confronto e nessun ricorso storico. Basta. Cosa significa? Non importa, sappiate che Niente di Serio, il nuovo disco dei Diaframma, manifestazione musicale di Federico Fiumani da sempre (e chi non lo sa!), con al basso Luca Cantasano ed alla batteria il bravo Lorenzo Moretto già degli OBO, e con alle tastiere un ospite, Gianluca de Rubertis de Il Genio, è un disco bello, di quelli che vorresti uscissero una volta al mese. Dodici canzoni piene di luce nei suoni e nelle melodie, sono le parole a delineare i contorni e tracciare le parti più scure e malinconiche dei racconti di Federico Fiumani. Ottima anche la produzione.

Sono canzoni di vita vissuta, di vita sognata, di vita affrontata con orgoglio e passione, l’unica cosa che può farti andare avanti per trent’anni con coerenza e coraggio. L’amore assente sembrerebbe il tema principale del disco, che necessita comunque di attenzione all’ascolto, e per questo mi riservo di approfondire meglio le storie ed eventualmente reinterpretare con il tempo e gli ascolti, alcune impressioni. Le storie sono raccontate senza noia e pessimismo cosmico, ma con ironia e sempre con lo sguardo fiero e di sfida, perennemente presente sul volto di Federico, sia che lo vediate sul palco, sia che lo incontriate per strada.

Le canzoni hanno tutte degli alti momenti lirici e melodici, e sono terribilmente sinceri. Almeno così pare. Niente di Serio, Grande Come l’Oceano e Nilsson, con un vago sapore alla Smiths, sono i miei episodi preferiti. Certo, per un attimo lo sguardo si gira al passato con quelle Anime Morte, tra Gogol e i Joy Division, anche se sono anime contemporanee, e lo sguardo si fa sprezzante (“ma sparatevi”). Molto divertente Energia del Rock, che qualche importante e facoltoso giornalista musicale italiano dovrebbe ascoltare e riascoltare, senza chiedersi se il rock è ancora vivo o no, perché a noi ci piace così com’è, e non sappiamo perché.

Un disco bellissimo per chi ama il rock cantato in italiano, per chi magari voleva cambiare ma che è sempre ed ancora qua. Bello.

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Antonio Viscido
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