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Der Noir: A Dead Summer

Il trio romano, rivelazione della scena new wave italiana, nasce la scorsa estate, in una stagione tutta da raccontare in questo disco così introspettivo e meditativo

Der Noir

A Dead Summer

(Digital download, Cd, RBL Music/Edel Italia)

retrò, new wave, cold wave

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Der Noir- A Dead SummerA Dead Summer: una stagione morta, quella che li ha visti nascere. I Der Noir, infatti, si sono formati a Roma nell’estate 2011, un trio nutrito dal desiderio di creare qualcosa di (finalmente) nuovo nel panorama musicale italiano, e non solo. Proprio perché arrivano da tre diversi background: il cantante Frau come chitarrista crust, alla chitarra Mazzenga era one man band di un progetto black metal e il batterista Lamanna nasce artista hip hop-techno. Questo disco d’esordio, allora, racchiude in sé non solo new wave (si nota il continuo riferimento a gruppi come Asylum Party, Trisomie 21 e Clair Obscur), ma anche post punk, melodie pop, atmosfere dark (da band come Siglo XX e Urban Verbs) e influssi shoegaze, prestando grandissima attenzione alla cura delle voci, dei cori e dei synth: non a caso, all’Audio Division Studio di Roma, è stata utilizzata soltanto strumentazione vintage analogica.

Private Ceremony è macabra, cupa, scura; Done, eccezionali i cori e l’intreccio finale di voci; in un primo momento, Lontano dalle rive può sembrare depotenziata dal testo in lingua italiana, ma a ben vedere, la musicalità dell’italiano si sposa perfettamente con l’atmosfera che questo brano vuole descrivere, proprio come se fossimo persi in mare aperto con la nebbia più fitta, rendendola forse la migliore traccia presente nel disco, a metà tra industrial e shoegaze; tanti campionamenti ed elettronica per Stranger’s Eye, dove il distorsore trova lo sfogo che precedentemente gli era stato negato, aiutato ad emergere dalla drum machine; le voci in lontananza di Oblivion sono impreziosite da effetti e beat molto ben curati; Another Day, nonostante le illustri partecipazioni di Alessandro Adriani (Newclear Waves) e Valentina “Mushy”, è un punto interrogativo all’interno del disco, noiosa e ripetitiva, e recupera terreno soltanto con i synth in chiusura; Cosa vedo è il secondo pezzo in italiano presente nell’album, ma ha meno incisività del precedente Lontano dalle rive; Dead Summer, traccia che intitola il disco, denota una eccellente qualità strumentale, ricca e davvero godibile, soprattutto dalla metà in poi; l’ultima è Clouds Of ’86, non male, anche se molto (forse troppo) simile alle canzoni appena ascoltate.

Con A Dead Summer, che vanta la collaborazione di personaggi di spicco della scena wave, tra cui anche Marco Benevento (The Foreshadowing) e Andrea Merlini, i Der Noir si sono imposti sulle scene italiane come vero e proprio trio rivelazione del new wave italiano, grazie a quel particolarissimo gusto retrò “old&cold” che li caratterizza e li differenzia, tanto da aver coniato una nuova nomenclatura di genere, il “cold wave”.


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