Dead Skeletons
Dead Magick
(Cd, A. Records)
psychedelia, dark-wave
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Si parlava dei Dead Skeletons già dal 2009, quando iniziarono a comparire su youtube i video di alcuni loro brani. Nonostante la scarsa quantità di informazioni riguardanti il gruppo, questi video riscossero notevole successo e grazie anche al passaparola crebbe il numero di fan.
Dalle poche info sul loro sito (alquanto enigmatico anche quello) veniamo a sapere che la band è composta da Nonni Dead, Henrik Björnsson, Ryan Carlson Van Kriedt e ospiti vari. Molto importante è sapere che Nonni è grande amico di Anton Newcombe, leader dei Brian Jonestown Massacre: è proprio questo gruppo la principale fonte di ispirazione dei Dead Skeletons. La differenza sostanziale è che mentre la psichedelica dei BJM è legata alle droghe, quella del gruppo nordico è più orientata verso l’esoterismo.
Difatti il titolo Dead Magick potrebbe già da solo riassumere il contenuto del disco: magia e morte sono amalgamati perfettamente in un ambiente oscuro e crudo. La loro musica sembra provenire da una antica civiltà sepolta, un tempo animata da danze tribali, sacrifici umani, pratiche esoteriche, preghiere sacre.
I riferimenti strettamente musicali oltre ai BJM sono svariati: dalla dark-wave dei Sisters Of Mercy all’industrial degli Swans, passando per il krautrock luciferino degli Amon Düül. I brani dell’album sono lontani dalla forma canzone e sono accompagnati da droni ossessivi alla Velvet Underground e basi epilettiche alla Suicide, su cui la voce sciamanica di Nanni (a metà tra uno Ian Curtis e un Michael Gira) celebra riti esoterici. L’uso sia della lingua inglese sia di quella islandese conferisce all’album ancora più mistero e fascino.
Om Mane Peme Hung riprende il titolo del più famoso mantra tibetano e fonde i più solenni Lycia con l’elettronica dei Suicide , su cui si distende la preghiera in uno stile paranoico ed ossessivo. Dead Mantra è un altro mantra ipnotico e ripetitivo, la cui unica frase può riassumere il Dead Skeletons-pensiero: chi teme la morte non può godere la vita. Psychodead , dai rumori post-industriali, è calata in un atmosfera tribale da incubo. Get On The Train è un rock ‘n’ roll demoniaco: sembra una moderna Ghost Rider dei Suicide. Ask Seek Knock (il cui titolo è un riferimento biblico) è la più orientaleggiante del lotto e sfrutta la tecnica dei nastri al contrario. Ljòsberinn e Yama sono riti sacrificali della giungla. La seconda in particolare è una danza tribale che invoca la divinità indù della morte. Il brano con sonorità più attuali è Live!, in bilico tra Horrors e A Place To Bury Strangers.
La conclusione lascia a bocca aperta: con Dead Magick II il viaggio esoterico giunge quasi al termine. Si respira per tutta la durata del pezzo un’atmosfera distesa ma al tempo stesso inquietante: rumori sinistri, voci di spiriti e demoni gravitano attorno al malcapitato che si è perso nella giungla mistica dei Dead Skeletons. Il senso di angoscia che pervade il disco trova il suo apice in questo brano.
Ladies & gentlemen ci troviamo forse di fronte al capolavoro del 2011.
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