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Dead Can Dance: Anastasis

Il 2012 è il loro anno: i Dead Can Dance tornano in pista con un nuovo album, Anastasis, laico e spirituale

Dead Can Dance

Anastasis

(Cd, Pias)

neoclassical, dark-wave, world music

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Dead-Can-Dance-AnastasisAnastasis, ovvero resurrezione secondo la lingua greca. Sono passati sedici lunghissimi anni da Spiritchaser, ultimo album dei Dead Can Dance che i fans di tutto il mondo attendevano con ansia per questa annunciatissma reunion.

Lisa Gerrard e Brendan Perry non hanno certo bisogno di presentazioni; il 2012 è l’anno del tanto atteso ritorno sulle scene musicali: un album e un tour mondiale, che toccherà anche la nostra penisola, precisamente Milano in ottobre (unica tappa italiana e i cui biglietti sono già esauriti da tempo).

Partendo nel lontano 1984 dal gotico figlio di Siouxsie e Joy Division, il duo australiano ha poi saputo riscrivere le pagine della musica dark arricchendo il suono con degli arrangiamenti curati e sempre diversi, arrivando ad incrociare sonorità esotiche, classicheggianti, mediorientali, medievali, rinascimentali. La loro arte permetteva un cambio radicale di sonorità in ogni album. Il canto caldo e spettrale di Perry, i voli canori e i gorgheggi liberi di Lisa si librano sulle profonde melodie come dei mantra, trovando un equilibrio incredibile e fondendo due mondi artistici di provenienza diversa.

Questo nuovo Anastasis in qualche modo spezza l’alchimia creata dai suoi predecessori e in realtà continua a metà il filo evolutivo dell’ultimo Spiritchaser, il loro album world music-oriented più percussivo della carriera: mentre i pezzi di Lisa sono esoterici ed esotici, i pezzi di Brendan ritornano alla sua forma prediletta ovvero la forma neoclassica, compiendo un balzo indietro in termini di creatività (forma che aveva progressivamente abbandonato negli ultimi album).

Nasce qui il bisogno di dividere la recensione in due parti: una per i pezzi di Brendan Perry e l’altra per i brani di Lisa Gerrard.

Children Of The Sun è emblematica: già dall’inizio si intuiscono le intenzioni di Perry. L’andamento classicheggiante, il passo marziale, il canto così caldo e profondo; fino a quando non spunta il coro della Gerrard ed il suo yangqin. A tratti oscuro e medievale, il brano resta sempre su livelli maestosi, come testimonia il finale con i violini tesi che poi si distendono sulla voce baritonale di Brendan. Amnesia è introdotta da un piano prima sinistro poi solenne. La voce completa il pezzo insieme ai tromboni che rendono minacciosa ed arcana la melodia. La solenne Opium arricchita da percussioni etniche e trombe, rappresenta l’unico tentativo di collegare il suo mondo con quello della Gerrard. L’ultimo brano di Perry è All In Good Time: i cupi droni e la sua voce tombale spiccano il volo sopra un’orchestrazione maestosa, come un’anima in pena desiderosa di redenzione.

Discorso diverso per i brani di Lisa Gerrard: sono un viaggio spirituale nelle regioni esotiche, dove magia ed esperienze allucinogene prendono vita.

Anabasis – per esempio – fa leva sul clapping, canto ipnotico di ispirazione orientale e cori spettrali, toccando anche la new age. Agape è non solo il vertice dell’album, ma anche una dei vertici della carriera della Gerrard. E’ una litania indiana glorificata dalla sua voce tremula che tocca le corde più profonde. Il pezzo è un viaggio nella propria spiritualità tanto mistico quanto psicologico. Kiko è la più lunga dell’album; pulsazioni dub e percussioni sinistre introducono la nenia araba, che evoca miraggi ed allucinazioni ambientati in un deserto sconfinato. Gli ultimi minuti sono rubati però dalla chitarra con i suoi arpeggi celestiali. Return Of The She-King è una delle rare canzoni in cui i due si dividono le parti canore. Il brano, di ispirazione celtica, riecheggia Enya e si avvale di campanelli, cori soavi, rulllate marziali e vena sinfonica, fino a quando gli ottoni introducono il baritono di Perry. L’ambientazione così passa da celtica a medievale.

Anastasis risulta così diviso: da una parte ci sono le cantilene mediorientali di Lisa, dall’altra i toni sinfonici e solenni di Brendan. Il risultato è quello di un viaggio spirituale – i pezzi di Lisa – interrotto dalla solennità laica di Perry.

P.S.: Anastasis dei Dead Can Dance esce in Italia il 13 agosto.

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