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David Gilmour: Rattle That Lock

David Gilmour non nessuna voglia di andare in pensione. Rattle that lock è il suo ultimo, riuscito, lavoro

David Gilmour

Rattle that lock

(Columbia)

rock

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David Gilmour- Rattle That Lock-recensioneAlla soglia dei settant’anni (è nato il 6 marzo 1946, a Cambridge), David Gilmour, ex-chitarrista dei leggendari Pink Floyd, ha deciso che ancora non è il momento di andare “in pensione” e a distanza di ben 9 lunghi anni da On an Island, pubblica il suo nuovo lavoro, Rattle That Lock.

Anche se lo stile di Gilmour è lo stesso ed ha le stesse idee dal 1973, anche se non è un chitarrista particolarmente tecnico e veloce, come esce una nota dalla sua chitarra ogni volta è un brivido, un’emozione forte. In questo disco la sua anima è libera e senza pensieri, non ci sono più le battaglie giudiziarie per il marchio Pink Floyd contro Roger Waters o la voglia di fare sia un disco o una tourneè con i Pink Floyd. Basta osservare attentamente anche la copertina del disco, molto bella, che raffigura vari tipi di uccelli liberarsi da una gabbia (qualcuno ha “scosso la serratura”, come il titolo del disco), ma che ci può ricordare anche un verso di Wish you were here “And did you exchange/a walk on part in the war for a lead role in a cage?”.

Il disco è prodotto dallo stesso Gilmour e dall’ex Roxy Music Phil Manzanera ed ha un suono impeccabile. Il primo brano è un’introduzione strumentale al primo singolo del disco, la title-track Rattle that lock, che si ispira, pensate, al jingle della stazione ferroviaria di Aix-en-provence quando c’è l’annuncio dell’arrivo di un treno. Da quelle note registrate sul suo telefono, Gilmour ha ideato questo blues-funky-rock piacevole e immediato, con immancabile assolo chitarristico.

Anche il secondo singolo scelto per il disco Today, è un brano ispirato e accattivante. A boat lies waiting ha una bellissima introduzione di pianoforte, magistralmente eseguita dall’ospite illustre Roger Eno, musicista e compositore fratello del più noto Brian. È un brano che Gilmour sembra abbia voluto dedicare al purtroppo scomparso Richard Wright, il pianista e tastierista dei Pink Floyd.

Altri ospiti importanti nel brano sono David Crosby e Graham Nash, che avevano già collaborato nel brano On an Island.

Beauty è un bellissimo brano strumentale, dove Gilmour sfoggia tutta la sua classe. The girl in the yellow dress è un divertente brano jazz e sensuale, un episodio isolato nel contesto di tutto il disco ma che risulta una gradita sorpresa. A chiudere un altro brano strumentale, And then…

Si, “e poi…”? Che sia l’ultimo capitolo della sua straordinaria carriera? Non pensiamoci. Al momento abbiamo tra le mani un disco riuscito, non un capolavoro ma comunque di ottima fattura. Consigliato sia ai floydiani che a tutti.

 

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