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Daft Punk: Random Access Memories

Sono tornati i Daft Punk. Se vi state chiedendo perchè in questi cinque lunghi anni non abbiano sfornato un altro album in studio, la risposta è subito pronta. Hanno creato il nuovo lavoro Random Access Memories e non c'è che dire, l'attesa non è stata vana

Daft Punk

Random Access Memories

(CD, Columbia Records)

elettronica, dance, funky

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Daft Punk- Random Access MemoriesDove li avevamo lasciati? Era il lontano 2005 quando uscì il loro ultimo disco in studio, Human After All. Poi in mezzo un disco live, Alive 2007, e la colonna sonora del film Tron Legacy nel 2010. Di chi parliamo? Dei Daft Punk.

Se vi state chiedendo perchè in questi cinque lunghi anni non abbiano sfornato un altro album in studio, la risposta è subito pronta. Hanno creato il nuovo lavoro Random Access Memories e non c’è che dire, l’attesa non è stata vana. Anzi il nuovo disco ci regala un duo francese ispiratissimo, anche se un pò lontano dalle precedenti produzioni.

Meno virtuosismi elettronici rispetto al passato ma più musica suonata, per così dire, che permette ai deejay francesi di ampliare la loro platea musicale. Ma l’altro elemento interessante è il ripescare sonorità funky, soul, disco dagli anni ’70 e ’80. Così ascoltando le loro 12 tracce vi troverete in una sorta di operazione vintage riuscitissima  ed i patiti di quegli anni, tra cui anche il sottoscritto, andranno a nozze nel ritrovare certe citazioni. Kool & the Gang, Earth, Wind and Fire e chi più ne ha più ne metta.

Random Access Memories è anche impreziosito da collaborazioni di un certo livello, come Julian Casablancas degli Strokes, Pharrell Williams, Giorgio Moroder, fino a Nile Rodgers degli Chic tanto per citarne alcuni.

In merito al nuovo lavoro, Thomas Bangalter, uno dei due Daft Punk, ha chiarito proprio come la gestazione dell’album, registrato tra Parigi, Los Angeles e New York, sia stata lunga: “Ci sono canzoni dell’album che hanno viaggiato in cinque studi da oltre due anni e mezzo. Nel disco ci sono le drum machine solo su due tracce. L’elettronica si gioca su un sintetizzatore modulare, oltre ad una serie di vocoder d’annata”. Thomas ha aggiunto: “Abbiamo voluto fare quello che eravamo abituati a fare con macchine e campionatori, ma con le persone.”

Si apre con Give Life Back to Music, un pezzo in salsa disco funky anni ’70, che rimanda alle produzioni di Kool & the Gang e degli Chic (non a caso c’è Nile Rodgers chitarrista tra gli altri degli Chic).

Si prosegue con la romantica ed elegante The Game of Love.

Il colpo di genio arriva qui. Giorgio by Moroder. Il titolo è alquanto esemplificativo del fatto che a questa track collabori una pietra miliare della disco music elettronica: Giorgio Moroder. Il pezzo si apre con il parlato di Giorgio Moroder che racconta la sua vita. Bene direte voi, ovviamente ci sarà una sorta di rielaborazione di qualche pezzo celebre del famoso deejay. No. Vi sbagliate di grosso. I Daft Punk invece di autocelebrare Moroder, e probabilmente nenche lui vuole autocelebrarsi, partono con un pezzo in pieno stile electro – dance anni ’70 (che a dirla tutta sembra un rimando a Supernature di un altro big dell’epoca, Cerrone). Un’esaltazione di quel periodo glorioso, musicalmente parlando. Il finale della canzone è un pò difficile da descrivere. Riprendendo il titolo dell’album… a random. Prima l’esplosione con chitarre e batterie, passando per il rap poi l’esplosione rockettara.

Within si apre con un inzio strumentale con solo il piano, poi si trasforma in una sorta di ballata – lento un pò stile anni ’70.

Instant Crush vede la collaborazione di Julian Casablancas degli Strokes. Il giro di batteria e chitarra ricorda un pò Eye in the sky degli Alan Parsons ma la track è un convincente pezzo elettro-rock.

Lose Yourself to Dance  è un bel pezzo elettro – R&B cantanto da Pharrel Williams.

Interessante Touch, in cui collabora lo storico compositore Paul Williams. Un pezzo ritmato all’inizio con un marcato sound anni ’70 con clarinetti, trombe e pianoforte, insomma tipico di qualche gruppo eclettico dell’epoca come gli ELO o i Supertramp. In tutto ciò alcuni intermezzi elettro soft che nel finale si aprono con cori celestiali e violini.

Get Lucky, il nuovo singolo già ascoltato in radio in cui prende parte Pharrel Williams, si ispira alle sonorità tipiche dei Kool & the Gang o giù di lì, con i cori in pieno stile Earth, Wind and Fire. Beyond si apre con un inizio orchestrale – sinfonico, per poi sfociare in un pezzo soul. Motherboard è completamente strumentale in puro stile elettronico, con qualche influenza dai gruppi del passato, tipo Vangelis o lo stesso Moroder.

Fragments of Time, con Todd Edward, vira decisamente più sul sound degli anni’80, nel pop-rock di Hall & Oates o dei Genesis. Doin’ It Right, con Panda Bear, è un fascinoso contrasto tra le voci meccaniche dei Daft Punk e quello di Noah Benjamin Lennox. Contact, con Dj Falcon, è un pezzo elettro-rock che si avvicina di più al repertorio del duo francese.

I Daft Punk si sono fatti attendere ma il risultato è decisamente entusiasmante. Ogni traccia è una vera e propria sorpresa, e man mano che prosegui nell’ascolto non sai mai cosa ti potrai trovare di fronte. Il solo omaggio alla disco music anni ’70 è già di per sé una sorpresa.

Ma in Random Access Memories non c’è solo questo: c’è veramente di tutto e chiunque troverà almeno una traccia che soddisferà il proprio gusto. Probabilmente uno dei loro più riusciti lavori. Ai posteri l’ardua sentenza.

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Matteo Valeri
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