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da Black Jezus: They Can’t Cage the Light

Arrivano sulla lunga distanza i da Black Jezus con l'album They Can't Cage the Light. Il duo di Enna si produce in un mix di soul, roots, indie-folk a tinte black, con intromissioni di trip hop

da Black Jezus

They Can’t Cage the Light

(Weapons of Love / Sounday)

soul, folk, black folk

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Da BLACK JEZUSA tre anni dal loro esordio su EP, arrivano sulla lunga distanza i da Black Jezus con l’album They Can’t Cage the Light.

Siamo alle prese con un duo composto da Luca Impellizzeri e Ivano Amata; i nostri ci mettono paura con un’apertura spiritual (They Can’t Cage the Light) che andrebbe bene suonata durante una celebrazione religiosa un qualche comunità sperduta del sud degli USA.

Ma per fortuna da qui in poi album prende un’altra piega, decisamente più interessante.

Raccontando la la resilienza dell’uomo di fronte alla luce (cit.), il duo di Enna si produce in un mix di soul, roots, indie-folk a tinte black, con intromissioni di trip hop, trap ed electro,  che non lascia certo indifferenti.

La qualità della scrittura è davvero molto alta e il viaggio buio e nero come la pece si conclude con Sometimes, brano percussivamente debitore dei Portishead e che porta una ventata di luce a un viaggio in musica che riesce a sconquassare le anime sensibili fregandosene delle barriere dei generi e con una cifra stilistica solo apparentemente semplice.

They Can’t Cage the Light è un disco denso di contenuti e ricchissimo di spunti musicali che garantiscono di tenere queste 9 canzoni a lungo nella nostra playlist.

Insomma, i da Black Jezus sono davvero molto bravi e il loro album (in verità uscito in chiusura del 2017) è da non perdere.

 

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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