Claver Gold & Kintsugi
Il Lupo di Hokkaido
(Glory Hole Records)
rap
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Ice-T, all’inizio degli anni ’90, quando era all’apice della sua popolarità, paragonò il rap alla musica country. Secondo lui, i due generi, con modalità chiaramente diverse, condividevano un principio comune, ossia entrambi raccontavano storie d’amore e di vita.
Storie d’amore e di vita.
Come quelle raccontate dalle rime del rapper ascolano Claver Gold, al secolo Daycol Orsini, nel nuovo EP Il Lupo di Hokkaido.
Sette tracce: sette racconti d’amore, sofferenza, felicità e delusione, amplificati dai campionamenti dei produttori bolognesi Kintsugi e dai testi del giovane rapper.
La scrittura di Claver Gold si rifà alla vecchia scuola rap degli anni ’90, quella che ancora seguivo con attenzione, ed i suoi testi sono fortemente influenzati dalla cultura orientale, nello specifico giapponese.
Un approccio ed una mentalità che, ancora oggi, sembrano così distanti da quella occidentale: una sorta di crossover culturale.
Il Lupo di Hokkaido non è altro che una metafora, come dichiarato dall’autore stesso: il lupo, che vediamo nell’artwork, rappresenterebbe l’estinzione del genere rap, ucciso per mano degli uomini, che in questo caso sarebbero l’industria musicale.
I testi di Claver Gold sono taglienti come le lame di Hattori Hanzo: esprimono grinta, nostalgia, rabbia, malinconia e passione, attraverso il sapore agrodolce dei ricordi e le immagini poetiche dei suoi versi.
Nei suoi versi si alternano i suggestivi paesaggi da favola di Hokkaido, tra la quiete della neve e dei fiori, ed il grigiore della realtà di periferia, come nel brano Yuki:
Poi tornavamo verso casa, mano nella mano, Io che ti ho detto tutto, ma non ti ho detto ti amo, la neve somigliava a lei, quei ragazzi con cui giocavo sono andati via, e il resto somogliava a lei
All’interno di questo extended play le canzoni si intrecciano e si mescolano tra di loro, creando un flow uniforme, mutevole ed oscillante, dove ogni momento è propizio per un nuovo inizio e nuove forme di vita.
Ne Il Lupo di Hokkaido il tempo viene descritto come un riparatore di cicatrici e dissapori, che stucca come può le profonde crepe del passato.
Quando eravamo giovani pensavamo di essere invincibili e padroni del nostro futuro, mentre oggi guardiamo al passato con un pizzico di nostalgia e rimorso, ridotti a combattere la nostra dipendenza dagli antidolorifici e dai ricordi.
E vedi che in fondo siamo vivi, soprattutto quando ridi, quando mi parli del futuro, ma inizi tutto con un “Ti Ricordi”.
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