Cherry Glazerr
Haxel Princess
(Burger)
garage
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Spesso – molte volte – ci sono band, musicisti o quant’altro che – per motivi che possono sfuggire ad una certa razionalità, colpiscono a fondo al primo ascolto. Un esempio? Questo trio californiano giovanissimo, i Cherry Glazerr, qui alle prese col loro primo lavoro discografico Haxel Princess, un disco spiazzante quanto tenero, una forma musicale che abbraccia la gioventù in tutte le sue direttrici, un pop acquerello ma non di quello vanesio e col sapore zuccheroso di chewingum al mirtillo, ma di quella marca adolescenziale scavezzacollo che incrocia sogni e scatti d’indipendenza e li fonde insieme, perfettamente insieme.
Hannah Uribe batteria, Clementine Creevy voce e chitarra, Sean Redman al basso e unico maggiorenne, questa la triade che imbastisce una tracklist per nulla scontata e immersa in elettrostimolazioni mid-punk come nella titletrack e in Whites is not my colour this evening, il pop di Glenn the dawg, le ballatine Trick or treat dancefloor e un’aura lo-fi in Bloody bandaid, che soggiace come sottofondo, un ascolto ed una resa totale smaliziata e fresca che – sia per le armonizzazioni che per la struttura dei pezzi – incendia con garbo e frenesia lo stereo e l’animo di chi c’è davanti.
Dieci tracce che si stampano immediatamente nella testa, specie per quel mix mnemonico che risale alle immaginazioni delle Sleater Kinney e la Kazu Makino dei Blonde Redhead (Sweaty faces), grandi muse ispiratrici per il terzetto losangelino. Per chi non teme derivazioni azzardate qui dentro c’è molto da scoprire e altrettanto da incamerare come scorta sonora per tempi di magra.
Nonostante l’identità anagrafica fanciullesca, i Cherry Glazerr fanno funzionare tutto e bene con una padronanza di mestiere sbalorditiva, per la maturità al 100% aspettiamo ancora, ma quanto a potenza e grana sono istinti già ben visibili in lungo e largo. Raccomandato caldamente!
“I Californiani Cherry Glazerr con Haxel Princess debuttano alla grande, una gioventù ostentata con la potenza dei grandi, un disco che oltre a farla da padrone, insegna già tante cose ad altri”
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