Cat Power
Sun
(Cd, Matador)
indietronica, dream pop
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C’era molta attesa dietro a questo nuovo lavoro di Cat Power, Sun, soprattutto quando si è saputo che avrebbe dato una svolta indietronica alla sua musica, facendosi produrre dal grande Philippe Zdar dei Cassius.
Mancava ormai da sei anni un album di inediti della songwriter statunitense; l’ultimo era stato The Greatest e questa attesa era stata inframezzata solamente dall’album di covers Jukebox uscito nel 2008.
Già dalla prima traccia si capisce chiaramente la svolta musicale di Cat, ma Cherokee non brilla purtroppo per originalità, come anche la seguente Sun che al primo ascolto sembra un tuttuno con il brano precedente, nonostante la Marshall si destreggi bene vocalmente.
Il primo estratto dall’album è Ruin, brano più interessante con una struttura ritmica più curata.
Già dalla successiva 3,6,9 le cose però tornano a peggiorare, somigliando ad una brutta copia dell’ultima Feist.
In Always On My Own, le atmosfere si fanno più dream, ma il brano seppur corto appare senza mordente, sembra quasi una scarna versione demo di ciò che dovrebbe poi essere la versione finale.
Anche Real Life non sembra sollevare le sorti di un album che a tratti appare monocorde e scontato.
Human being è la perla che non ti aspetti, atmosfere electro minimali e una Cat Power sopra le righe che incanta e delizia e mi fa ricordare i suoi fasti. Decisamente un brano per cui varrebbe la pena acquistare questo Sun.
In Manhattan, introdotta da un beat molto anni ottanta, troviamo idee convincenti ed un giro ipnotico che ammalia.
Questa seconda parte dell’album risulta molto più interessante e anche Silent Machine riesce a calamitare l’ascolto.
E’ un peccato che questo interesse duri solamente 3 canzoni, la penultima lunghissima traccia Nothing But Time annoia per tutti i suoi 11 minuti scarsi e poco può fare anche la conclusiva Peace And Love, brano che per atmosfere mi ricorda Give Peace A Chance del mai troppo compianto John lennon con la Plastic Ono Band.
L’attesa per questo nuovo lavoro di Cat Power viene così disillusa; qualche brano interessante c’è ma è troppo poco per saziare una gestazione così lunga.
L’album non è brutto, anzi, è di piacevole ascolto, ma a lungo andare sconfina nella noia e credo non ci saranno brani che lasceranno il segno.
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