Capobranco
Il Grande Zoo
(Jetglow Recordings)
alt-rock, funk
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È finalmente uscito Il Grande Zoo, secondo EP dei Capobranco, band veneta che si è subito fatta conoscere per il suo carisma e il suo orgoglioso rock alternativo sin dall’omonimo album d’esordio del 2014.
Si fa presto a gridare alternative rock. In questo, si sa, Inghilterra e Stato Uniti dettano legge e possono contare su di un notevole e indiscusso primato. Anche in Italia abbiamo avuto rappresentanti di tutto rispetto. Ma realmente i Capobranco la sanno così lunga da poter essere paragonati alle più famose band italiane del calibro di Afterhours, Tre allegri ragazzi morti e via dicendo?
La risposta è sì. Uno dei motivi può essere riscontrato innanzitutto nella completezza e nell’estrosità delle loro canzoni. L’ultimo lavoro presenta sei tracce che combinano tra di loro l’impeccabile groove rock mescolando testi ritmati e scanditi da sonorità che toccano toni rap e funky.
L’originalità dei pezzi e il potente sarcasmo in essi racchiuso raccontano come il mondo animale e quello umano siano in un certo senso uno lo specchio dell’altro, ponendo entrambi in un universo parallelo e intersecato. Viviamo in un grande zoo dove spesso il comportamento sociale non si discosta poi molto da quello di un branco, una vicinanza che porta a chiederci se in realtà non ci si trovi in mezzo.
I Capobranco ci prendono per mano accompagnandoci a fare un bell’esame di coscienza. Con la testa. Con il corpo. Sei brani da ballare e perché no, su cui meditare un poco.
Se di recente abbiamo pensato quindi che il panorama alternative rock italiano stesse in qualche modo assopendosi o peggio ancora esaurendosi, costringendoci a “vivere di ricordi”, fermiamoci un attimo e ascoltiamo i Capobranco. Saremo improvvisamente colpiti da uno stato di sollievo e non ci fermeremo alla prima traccia.
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