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Cactus?: No people party

Siete tutti invitati al party alt-rock dei Cactus? Debut album di una band vicentina che non ha davvero nulla da invidiare alle sue fonti di ispirazione oltremanica.

Cactus?

No people party

(Costello’s)

indie-rock, alternative

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recensione cactus no people partyNon stupisce che la Domino Records, casa discografica di Arctic Monkeys e Franz Ferdinand, abbia inserito un brano dei Cactus? in una delle sue playlist mensili. Perché sebbene fino a questo momento avessero all’attivo solo un EP, il sound del terzetto vicentino non passa di certo inosservato. E con il loro debut album mettono una solida ipoteca sul loro futuro, non solo nel nostro paese.

No People Party è arrivare a una festa e trovarsi solo in una stanza vuota, trattenuti da un disco in loop, circondati da neon”. Queste le parole con cui la band descrive le otto tracce che compongono la loro opera prima. Suoni dal forte sapore d’oltremanica, un alternative rock carico di energia che non disdegna qualche contaminazione elettronica. Un cantato in inglese che davvero non lascia trapelare le origini italiane e testi che girano in loop su chitarre frenetiche e bordate wave.

Se l’inizio con Credits, brano strumentale a metà tra un videogioco lanciato a doppia velocità e la new wave anni ’80, potrebbe indirizzare l’ascoltatore verso un genere ben definito, basta passare alla traccia due (Late night noises) per capire che è invece l’alt-rock di matrice britannica a farla da padrona nelle sonorità dei Cactus? Che i tre tirino il freno su pezzi più strascicati e rallentati come Pop tape e Shy hearts club o che ingranino la quinta come in Sam Battle o Cough syrup males me cry, il risultato non cambia. La festa entra nel culmine una nota dopo l’altra, creando un suono omogeneo e fluido, anche (o proprio) sui pezzi più ‘storti’.

Ed ecco che sul finale capiamo di essere nel disco in loop, quando Dull gaze ci catapulta nuovamente all’interno di un altro videogioco, questa volta però declinato in chiave rock.

Ironici, diretti, con sonorità nelle quali si muovono da veri professionisti, i Cactus? hanno tutte le carte in regola per agitare le acque di questa tanto decantata ‘nuova’ scena indipendente e tenere alta la bandiera italiana anche all’estero.

 

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Simona Fusetta
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