Buena Madera
Ep 2011
(Ep, Autoproduzione)
alternative metal
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Dalla struttura secca e geometrica, almeno sulla carta, con quattro brani, ciascuno dai titoli di quattro lettere, quasi a voler organizzare il loro Ep come una fortezza quadrata. Ma l’eterogeneità e la libertà che si respirano nell’esordio dei Buena Madera, giovane trio della provincia di Padova, sono poco coercibili in forme predefinite.
Ciascun pezzo ha il proprio passo che non si lascia intimidire, e se Rasa è tortuoso come il guscio di una chiocciola e ci conduce per le sue spire, cupe e intricate, poi arriva Vega e fugge lontano, rincorrendo se stesso in un cammino circolare, una corsa a perdifiato che lascia a terra esausti, risollevati dal breve fulmine a ciel sereno di Mast, che ha un ritmo ossessivo, sporco. Infine Cata, un teso dialogo tra sonnambuli completamente strumentale.
Gli elementi sono dosati e efficaci, le chitarre distorte e affilate, i ritmi piuttosto serrati, gli effetti elettrici e la voce riescono a inserirsi bene nelle pieghe dei brani; l’EP è breve e compatto, ma non per questo avaro di spunti molto interessanti.
Il testo di Vega è un estratto del nonsense in versi Jabberwocky, scritto da Lewis Carroll, e inserito nel suo Attraverso Lo Specchio.
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