AdBlock Detected

Stai usando un'estensione per bloccare la pubblicità.

RockShock.it dal 2002 pubblica contenuti gratuitamente e ha la pubblicità come unica fonte di sostentamento. Disabilità il tuo ad block per continuare.

Brutal Truth: End Time

Eccoli di nuovo i Brutal Truth che con questo End Time vorrebbero ricordarci di cosa è fatto il vero grindcore.

Brutal Truth

End Time

(CD, Relapse Record)

grindcore

_________________

Brutal Truth- End TimeTornano i Brutal Truth e tentano di farlo in grande stile con questo nuovo End Time.

Arrivano con 23 canzoni pronte per far poltiglia dei nostri timpani. Sono brani d’impatto, infatti, quelli che ci vengono proposti. Brani che cercano di riportarci alle origini di quel grindcore che ha fatto la storia di questo gruppo.

E’ un lavoro che fa della velocità il suo cavallo di battaglia. Velocità dei suoni, velocità dei brani. Tante piccole schegge di “ordinaria follia”. Pezzi come Swift And Violent, Lottery e Trash (di soli cinque secondi) rapidi come saette si contrappongono, poi, a Control Room che, a chiudere questo album, ci accompagna per poco più di quindici minuti. Quindici minuti di suoni stridenti ed assordanti. Quindici minuti di sessione ritmica senza una logica, senza una direzione. Vogliamo chiamarlo estro? Forse sì. Ma, in realtà, io so soltanto che dopo il terzo minuto si potrebbe correre il rischio di scaraventare il lettore cd contro il muro. Qualcuno diceva che il tocco supremo dell’artista è il sapere quando fermarsi. Ecco, diciamo che non è stato questo il caso.

Quindi il risultato è quello che ci si sarebbe aspettato? Sicuramente il fatto che abbiano provato a creare qualcosa di nuovo, diverso rispetto al precedente Evolution Through Revolution si nota. Quest’ultimo, infatti, tendeva a suoni leggermente più puliti e meno cavernosi. Ed è proprio il fatto di essere leggermente più cupo quello che differenzia, sebbene in parte, End Time dal suo predecessore. La voce di Kevin Sharp è violenta come non mai e la batteria di Hoak non perde un colpo. Nonostante questo, però, a mio parere non c’è stato un vero e proprio salto di qualità.

E’ ovviamente impossibile definire questo lavoro come qualcosa di non apprezzabile ma, sicuramente, neanche come qualcosa di eccezionale. Come qualcosa di sfolgorante. Niente a che vedere, quindi, con quello che sono stati Extreme Condition e Need to Control. Anche se, sono convinta, potrà ricevere comunque un discreto successo. Nel frattempo mi limito ad aspettare che la miccia del grindcore, quello vero, venga accesa di nuovo. E presto.

Gli ultimi articoli di Ileana

Condivi sui social network: