Broken Water
Tempest
(Cd, Hardly Hart)
shoegaze
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I Broken Water sono una di quelle band che si rifanno ai grandi maestri del passato rubandone il suono ed aggiungendo ben poco di personale.
Il trio americano formatosi nel 2008 ritorna, un anno dopo il disco d’esordio Whet, con un album dal titolo Tempest che pesca a piene mani un po’ qua un po’ là dagli anni ’80 agli anni ’90.
Già dai primi secondi di Drown vengono in mente i Raveonettes, mischiati con le distorsioni My Bloody Valentine-iane: la voce angelica viene sommersa da un caos di distorsioni, un trucco usato e riusato più volte senza tanta personalità. In Coming Down la voce apatica di Jon Hanna sembra imitare la cadenza vocale di Thurston Moore (Sonic Youth), così come pure i ritmi e le chitarre accelerate del finale. Underground ricorda ancora il gruppo noise-rock degli anni ’80, anche se il brano ha più un andamento punk.
Yanka Dyagileva ed Orange Blossom Stains ripetono lo stesso trucco includendo anche qualcosa dei Dinosaurs Jr (specie la seconda). La prima invece sposa rombi chitarristici e fasi più melodiche. Paranoid si distingue dalle altre tracce non per il suono in sè, piuttosto per il senso di desolazione che incute il brano. L’inizio di River Under The River si avvicina a sentieri dream-pop per poi prendere la strada di un dramma psichedelico dilatato in puro stile Bardo Pond.
Chantal è un esercizio per tremolo e voce angelica (rispettivamente Kevin Shields e Bilinda Butcher dei My Bloody Valentine). Il miglior pezzo è forse la finale When You Said, nel quale una tranquilla chitarra acustica viene prontamente fatta a pezzi da un delirante vortice chitarristico che seppellisce anche la voce tremula della cantante.
Oltre alla riorganizzazione dei vari generi condotta in maniera poco originale dai Broken Water, un altro punto debole di Tempest è la produzione lo-fi che può risultare abbastanza fastidiosa a volte.
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