Brandt Brauer Frick Ensemble
Mr. Machine
(Cd, Studio !K7)
acoustic techno
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Davvero molto interessante il progetto messo in atto dal trio tedesco Brandt Brauer Frick, che, col nuovo Mr Machine, unisce il naturale calore della strumentazione acustica classica al beat digitale di estrazione prettamente techno.
Il risultato è tanto bilanciato nella forma quanto entusiasmante nella sostanza, un dialogo funzionale e fertile, nel quale la semplicità delle strutture melodiche e ritmiche riesce a rendere ancor più godibile le scelte di campo effettuate. Minimalismo non fine a se stesso, ma per rifuggire dalle sterili compenetrazioni fra arrangiamenti orchestrali posticci e soliti beat danzerecci, triti e ritriti.
Questi tre musicisti dimostrano di avere una visione artistica lucida e dotata del necessario background culturale, che si traduce nell’utilizzo di stilemi jazz, dubstep, funk e, ovviamente, classici. Ampliando il proprio ensamble a dieci elementi (prendendo in prestito membri di formazioni jazz come Kaleidoskop, Fromelwesen, Adapter e Ensemble Modern), il trio ha infatti modo e maniera di lavorare profondamente sul proprio sound, giungendo alla riproposizione di loro pezzi già editi sul precedente You Make Me Real (come il super singolo Bop, oppure Pretend, con le guest vocals di Emik), così come la creazione ex-novo di brani (Mr. Machine, On powdered ground) ricchi di felling e di groove.
Brandt Brauer Frick Ensamble operano quindi in un territorio liminare, che fa della dance (soprattutto in accezione IDM) e degli strumenti digitali un efficace alleato del modern classic e del jazz. Personali, freschi e anche immediati, i tre tedeschi e i loro musicisti sono perfettamente a loro agio negli arrangiamenti proposti, che evolvono per accrezione, accumulando suono su suono, ritmo su ritmo, fino a conseguire una completezza e una funzionalità fluide e senza soluzione di continuità.
Gran disco di ricerca, che potrà piacere a un pubblico davvero trasversale, e che sarebbe interessante sentire riproposto in sede live, per saggiare la resa sonora di queste tracce, ma soprattutto le possibilità interpretative e improvvisative di questa particolare compenetrazione sonora di uomini e macchine.
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