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Boxerin Club: Aloha Krakatoa

Aloha Krakatoa, dei romani Boxerin Club, farà parlare a lungo di sé. E' una panacea sonora di ritmi, linguaggi e poetica meltin’ pot, tutto senza passaporto o documenti da esibire

Boxerin Club

Aloha Krakatoa

(Bomba Dischi)

pop, world music,

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[youtube id=”4DZumV5OV2s” width=”620″ height=”360″]

aloha krakatoaI romani Boxerin Club volevano per caso stupire con il loro universo largo racchiuso ora nell’esordio Aloha Krakatoa? Ci sono riusciti senza colpo ferire, e le loro pop song striate di world che potrebbero fare drizzare le antenne anche ad un Byrne incanutito fioriscono e colorano una tracklist languidamente smagliante, undici florealità sonanti che avanzano sinuose e birichine in una bella riscoperta di altre influenze che ne fanno un disco fenomenale e fuori rotta – finalmente – dalla massa underground.

Un pop-world che già dalle prime note ben assestate spadroneggia nell’immaginazione e nel motus proprio del “rifischiettaggio”, una scaletta a disposizione di ascolti sognanti e incuriositi che prende forma da questa straordinarietà stilistica che fonde il piacere del pop quotidiano con gli inserti “strangley” a ricamare – come etno gioiellini – i trasbordi e i dettagli di scrittura.

C’è anche una grande passione in tralice per il sound retrò e vintage, specie negli intrecci vocali che sanno di lontani echo afrikaner black cat serenade, oltre a quel sapore caldo di Billy Bragg Carribean, Bah bah, che incontra il meticciato afflato di Paul Simon e Sting in versione visionaria.

Insomma, Aloha Krakatoa è un disco che in totale frequenta la contemporaneità, consentendo ai Boxerin Club di guardare indietro, ma vivendo appieno la gestazione del futuro.

Chitarrine educate, melodie accattivanti, carezze timbriche, buffetti melodici ed un mondo sonoro di mezzo, senza mai impennarsi in un qualcosa o spingere per farsi avanti prepotentemente, tutto ha il suo ordine mai casuale di presentazione all’orecchio, un lavoro – questo dei romani – ben confezionato e con spunti di classe genuina e che si può permettere di giocare un asso pigliatutto sin da ora.

La baldanza spensierata e delicata Northern flow, il colori arcobaleno che scivolano in Try hockey e l’andatura caracollante di Golden nose, pixellata da una tromba mariachi sfiziosissima, sono l’equilibrio perfetto – tra le tante – su cui sdraiarsi abbandonati sorseggiando un mojito fresco e respirando a pieni polmoni i flavors di un disco da “bene, bravi, bis”!

 

 

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Max Sannella
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