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Bloodbound: In the Name of Metal

I Bloodbound hanno scelto dei pezzi immediati con riff accattivanti, strizzando l’occhio al metal più ingenuo e scanzonato. In the Name of Metal invita al consumo di birra e al buon umore

Bloodbound

In the Name of Metal

(Cd, AFM)

power metal, heavy metal, swedish metal

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Bloodbound- In the Name of MetalDopo i più che discreti Nosferatu, Book of the dead e Unholy Cross, la power metal Band svedese Bloodbound ci propone il nuovo e frizzante: In the Name of Metal.

Come si può immaginare dal titolo della canzone che dà nome all’album, si tratta di una sorta di celebrazione del metallo alla Hammerfall e Sabaton, con evidenti allusioni al buon vecchio heavy di Iron Maiden ed Hallowen.

In un momento nel quale il vintage e la nostalgia vanno per la maggiore, scodellare un simile tributo ai “bei tempi che furono” è una scelta commerciale comprensibile anche se per alcuni versi discutibile: i “Kiddos” che hanno vissuto in prima persona i favolosi anni del chiodo, dei badges e degli spandex, potrebbero trovare In the Name of Metal un po’ stantio.

Effettivamente l’ultimo lavoro dei Bloodbound non è per chi cerca nuove emozioni, ma al contrario è dedicato a coloro che amano il metal tradizionale ed ai “kids” più giovani.

Il falsetto di Patrik “Pata” Johansson non risulta troppo fastidioso, permettendomi di ascoltare il disco più di una volta, senza provare il desiderio di lanciarlo fuori dalla finestra.

I Bloodbound hanno scelto dei pezzi immediati con riff accattivanti, strizzando l’occhio al metal più ingenuo e scanzonato: insomma, la colonna sonora che invita al consumo di birra e al buon umore, perfetta per i pub di bickers e metallari.

Le chitarre e batteria potenti in puro swedish stell e la produzione del suono compatto ed impeccabile, da parte del buon Jonas Kjellgren (Sonic Syndicate, Scar Symmetry), fanno di In the Name of Metal una leccornia appetibile per gli amanti più nostalgici del genere.

Da ascoltare a palla, per la gioia dei subwoofer e soprattutto dei vicini.

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Luca Della Casa
Luca Della Casa

Fin da piccolo volevo fare il parrucchiere per cani poi però, per ragioni di salute, mi sono dedicato alla pornografia messicana che è la più sordida e squallida del pianeta.
Un uomo e un perchè. Brutto ma buono con un forte odore di zolfo. A floating Brain.

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