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Blonde Redhead: Barragàn

La ricerca sonora dei Blonde Redhead continua con Barragàn, sempre all'insegna di atmosfere eteree guidate dalla voce di Kazu Makino

Blonde Redhead

Barragàn

(Kobalt)

experimental pop

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Blonde Redhead- BarragànVentuno anni di carriera e nove dischi alle spalle, spaziando tra numerosi generi e accrescendo ad ogni album una vasta schiera di fan in tutto il mondo: sono i Blonde Redhead, band che gravita attorno al trio composto dalla nipponica Kazu Makino e dai gemelli Simone ed Amedeo Pace. P

artendo dal noise rock delle origini che ha in In An Expression Of The Inexpressible il loro vertice, il gruppo americano ha poi saputo dare una svolta alla carriera con le tinte dreamy di Misery Is A Butterfly (2004). Il percorso è continuato tra richiami shoegaze di 23 (2007) e trip-hop del penultimo Penny Sparkle.

In questo Barragàn i Blonde Redhead si sono spinti oltre i generi dando alla luce un album sperimentale che si riallaccia ai precedenti soltanto per una certa atmosfera eterea; si tratta di composizioni che pur avendo delle sonorità e delle impressioni comuni, finiscono per rappresentare un qualcosa di disorganico, alcune volte addirittura di incompiuto.

Si va per esempio dal folk pastorale addolcito dalla melodia spirituale di un flauto di Barragàn (con tanto di field recordings e found sounds), al romanticismo soffuso dell’ultima traccia Seven Two.

Il filo che collega il primo brano, cioè Barragàn, al quinto (The One I Love) è il folk naturistico e l’uso di dissonanze e suoni trovati: gli stessi found sounds si ritrovano nella coda di No More Honey, dove i riff distorti interrompono le scie melliflue del canto della Makino. La voce sognante della giapponese guida anche Lady M, tra theremin,flauto e altri arrangiamenti accattivanti. Una delle debolezze del disco è però questa voce flebile, che scorrendo di brano in brano si fa troppo tediosa (come in Penultimo).

Nel disco c’è spazio anche per il raffinato indie di Cat On Tin Roof, cantilena per chitarra sghemba e synth. Massicciamente influenzata da sonorità sintetiche anni ’80 è invece Dripping. I quasi nove minuti di Mind To Be Had sono verosimilmente un omaggio al krautrock dei Neu!.

In tutto sono dieci brani che non hanno un’identità, un lavoro di sperimentazioni fine a se stesse, in cui si fatica a trovare un colpo di genio per il semplice fatto che non c’è. Barragàn appare piuttosto come un album di idee (poche) e confuse. Per i Blonde Redhead si tratta di uno dei punti più bassi della carriera.

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