Blackfiled
V
(KScope)
rock, art-rock, progr-rock
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Diavolo di uno Steven Wilson! Non sta mai fermo. Sempre in tour, sempre in studio a remasterizzare roba altrui e ora di nuovo a registrare un album solista. E sebbene nel 2014 aveva annunciato di abbandonare il suo progetto con l’israeliano Aviv Geffen, eccolo invece di nuovo con la sigla Blackfield e il nuovo album intitolato semplicemente V.
Registrato in giro per il mondo con la complicità di Alan Parsons (produttore di alcune tracce), il nuovo album dei Blackfield strizza l’occhio (ma non solo) agli assoli di David Guilmor, ai classici degli anni ’70 e – allo stesso tempo – al pop più di classe.
Quello di Steven Wilson è un marchio di fabbrica difficile da scrollarsi di dosso anche quando cambia ragione sociale, ma la voce di Aviv Geffen è sufficientemente rock e ruvida per dare una pitturata di diverso.
Ma soprattutto, insieme i “nostri” con V riescono a realizzare un album che tocca l’anima e scuotere le viscere raccontando il ciclo della vita in 13 canzoni vagamente basate sul mare.
E come le onde del mare, i Blackfield abbracciano l’ascoltare in un piacevolissimo sciabordio di emozioni, ora cullandolo in dolcissime ballate e ora scuotendolo con cavalcate art-rock-progressive.
Insomma, i Blackfield sono tornati e – vivadio – proseguono con la loro visionaria idea di musica senza barriere di genere.
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