Black Eyed Dog
Too Many Late Nights
(CD, 800A Records)
indie rock
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Supportato da Alessandro Falzone (batteria, chitarre e percussioni) e Anna Balestieri (voce, chitarra, cigar box e piano) torna in grande stile Fabio Parrinello a.k.a. Black Eyed Dog con la sua ultima fatica: Too Many Late Nights, prodotto da Fabio Rizzo (Waines, Il pan del Diavolo, VeneziA) e registrato negli studi dell’800A Records.
Dopo Love is a Dog from Hell del 2007 e Rhaianuledada del 2009, una delle figure più sorprendenti del panorama indie nostrano degli ultimi 5 anni si ripresenta al pubblico italiano e internazionale con un album che lo farà amare ancora di più dai suo fan e, sicuramente, gliene procurerà altri. Molti altri.
Dalla cavalcata di It turns you on e i ritmi pulsanti e indiavolati di When I was married to you e Heather alla melodia soffusa di Blowin’ horns in Heaven e l’eccezionale Crazy to the bone, Black Eyed Dog si destreggia in una varietà stilistica notevole, dando un saggio di come debba essere valorizzata una voce ombrosa e calda come la sua.
Il terzo lavoro del giramondo di Varese classe 1979, si diceva, segue i primi due album che tanto bene avevano impressionato coloro che hanno avuto la fortuna di ascoltarli, riproponendo sul palcoscenico un personaggio che merita davvero di essere valorizzato e conosciuto.
Un sound che fonde insieme blues, rock, Mars Volta e Beck, passando per Nick Drake e Tom Waits, con i pezzi in acustica decisamente da applausi.
Insomma, gli indizi che ci erano stati dati dai primi due lavori si confermano in questo nuovo album: accattivante e aggressivo, introspettivo e melodico, Too Many Late Nights mostra musicalmente una certa evoluzione dell’artista, vuoi per gli ammiccamenti alla musica elettronica, vuoi per le distorsioni retrò: un disco da ascoltare e riascoltare, per immergersi nelle atmosfere che vengono disegnate con maestria e lasciarsi semplicemente trasportare.
In più una chicca per gli amanti del genere.
Le 10 tracce dell’album sono infatti mixate da una coppia d’eccezione: Jd Foster e Hugo Race (ex Nick Cave and the bad seeds) hanno messo mano ad un album già di per se ottimo, dando comunque quel tocco in più che non fai male.
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