Bjork
Biophilia
(Cd, One Little Indian)
elettronica, sperimentale, avanguardia
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Progetto molto ambizioso questo Biophilia di Bjork. Già nel corso dell’estate Bjork ha venduto sul mercato digitale diversi Ep del primo estratto Crystalline, ai quali si aggiungevano altri brani sperimentali che non appaiono nel cd (esempio Tesla e Mawal da Omar Souleyman Versions).
La particolarità però non risiede nel fatto di aver prodotto alcuni Ep di remix prima dell’album, quanto nell’aver creato per ogni brano un’applicazione per I-Pad, Iphone e I-Pod Touch.
Biophilia avrebbe dovuto uscire a fine settembre, ma la sua uscita è stata posticipata al 10 ottobre per approntare modifiche ad un lavoro che sembrava troppo scarno per il mercato.
Ascoltando Moon, la prima delle 10 tracce, è difficile immaginare quanto sarebbe potuta essere ancora più essenziale. La traccia ci porta in un magico cammino di circa 6 minuti, in pieno stile Bjork, con un’impronta prettamente acustica piuttosto che elettronica.
Quasi più essenziale Thunderbolt, almeno in apparenza, dopo lo stacco al primo minuto che fa quasi pensare che il brano sia finito, riparte con influssi di cosmica elettronica soft.
Terza traccia è la meravigliosa Crystalline, un tripudio di gameleste (strumento molto utilizzato da Bjork che unisce gamelan e celesta, nda) e di noise pad che al quarto minuto si scatena in un vortice drum and bass che potrebbe far pensare ad un’evoluzione sonora nel resto dell’album.
Ad altissimo livello emozionale Cosmogony, già uscita in estate nella versione di Serban Ghenea, è un brano molto tenebroso, con un finale quasi inquietante.
Organo, voce e poco altro per Dark Matter, brano più corto dell’album che si contende con la successiva Hollow anche il titolo di brano più cupo.
Virus è la punta di diamante di Biophilia. Bjork è davvero ispirata e la magia ed il fascino di questi 5 minuti abbondanti, invogliano al termine a premere il tasto rewind sul lettore.
Più sperimentale Sacrifice che ci avvicina a Mutual Core, un alternarsi di caos pad e melodie dimesse che sicuramente diventerà un delirio nelle esibizioni live. Davvero eccellente.
Chiusura con Solstice, soffice ballata che ci accompagna in uno stato di quiete emozionale.
Come è solita a fare Bjork riesce sempre a stupire; questo album presumibilmente dividerà i suoi seguaci fra chi lo adorerà e chi lo odierà, anche se ancor più probabilmente saranno di più quelli che lo troveranno sensazionale.
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