Bianco
Nostalgina
(Cd, INRI)
canzone d’autore
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Bianco è Alberto Bianco. Ha 27 anni, di Torino, lava macchine per pagarsi l’affitto e scrive canzoni per vivere. E questo la dice lunga. Sogna di vedere Marco Carta benzinaio e Josh Homme in classifica. E anche questo la dice lunga.
Il suo debutto discografico, battezzato Nostalgina, prende forma tra la sua cantina e la camera di AntiAnti, aka Dade dei Linea 77, che ne firma anche la produzione. Un disco “casereccio”, nel senso di genuino e semplice, fatto con mezzi modesti: un computer, un microfono, una chitarra, un basso e tanti amici musicisti che hanno arricchito con la loro arte le sue tredici canzoni.
Bianco è un ragazzo che canta se stesso e ciò che lo circonda con sincerità disarmante e piglio ironico e critico. I temi affrontati sono maledettamente attuali: l’affitto da pagare a fine mese, la crisi del mercato discografico, l’intera società sempre più malandata e decadente. A tutto questo il giovane cantautore risponde con quello che è un po’ il leitmotiv dell’album, la musica come ancora di salvezza. Lei che nei momenti di difficoltà è sempre pronta a tenderci una mano, unico posto sicuro quando il mondo ci sta davvero troppo stretto, dimensione magica in cui sfogarsi, creare, distruggere e reinventare. Questa l’essenza dei testi di Nostalgina, la passione e il desiderio di fare musica, sempre costante, sempre più forte, sempre e comunque.
Musicalmente è un lavoro intimo, melodico, accogliente, filo conduttore è la voce limpida e autentica di Bianco che si accompagna con la sua chitarra acustica. Poi ci sono i famosi amici, che di tanto in tanto fanno capolino con un sax, un piano, un’armonica, una slide. E fin qui tutto normale. C’è una canzone però che va menzionata, non perchè sia più bella (da questo punto di vista c’è l’imbarazzo della scelta), ma più che altro per i curiosi “strumenti” utilizzati. Parlo di Bum, in particolare della sezione ritmica di Bum. Ebbene Bianco e AntiAnti devono essersi trovati in uno di quei momenti in cui l’urgenza creativa è inarrestabile e per sopperire alla mancanza di percussioni hanno pensato bene di riprodurre il suono di piatti, cassa e rullanti con, udite udite, una confezione di pan di stelle (rigorosamente scaduti!), lattine vuote di birra e un bottiglione di coca cola. Ottimo esempio per dimostrare che quando la voglia di esprimersi e di tirare fuori quello che abbiamo dentro è forte, non ci sono ostacoli che non si possano superare. Le parole magiche sono inventiva, forza di volontà e passione, passione, passione.
La stessa passione che non ha mai abbandonato il nostro artista, nemmeno quando l’hard disk contenente tutti i brani ha deciso di mollarlo. Cadere, rialzarsi e continuare ad inseguire la meta. I risultati prima o poi arrivano. Ed ora è arrivato anche il momento di Bianco.
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