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Beach House: Depression Cherry

I Beach House, simbolo del nuovo dream pop che avanza, arrivano al quinto album della discografia con Depression Cherry. Guardano al passato ma si allontana sempre di più dall'indie

Beach House

Depression Cherry

(Sub Pop)

dream-pop

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Beach-House-Depression-CherryI Beach House, simbolo del nuovo dream pop che avanza, arrivano al quinto album della discografia con Depression Cherry. Dopo il tour del precedente Bloom, il duo di Baltimora ha confessato di aver avuto un blocco creativo e ha interrotto l’attività per 6 mesi.

La maggior parte del nuovo lavoro in studio è stata scritta tra il 2013 e il 2014, nonostante alcune idee le avevano già avute all’epoca di Bloom. Si tratta comunque di un ritorno a strutture musicali semplici e spontanee, con arrangiamenti minimi, ma al posto giusto.

Il suono non si discosta da quanto già ascoltato nei primi album, ma la tendenza di Depression Cherry è quella di avvicinarsi sempre di più al dream pop e viceversa allontanarsi da certi prototipi indie.

La romantica Levitation continua sempre lo stesso discorso dreamy, guidata dall’organo e dalla soave voce di Victoria Legrand. In Sparks è invece la chitarra di Alex Scally a primeggiare, spostando il suono verso coordinate shoegaze. Space Song procede con la malinconia autunnale a cui il duo ci ha abituato da sempre, incorporando stavolta un synth spaziale.

L’album scorre via senza problemi con la sussurrata Beyond Love, le paradisiache PPP e 10:37 (dalle parti di Enya), e continuando con le trame evanescenti di Wildflower. Bluebird è forse l’unica traccia del disco che non convince.

Con la conclusiva Days Of Candy, uno dei vertici dell’album, i Beach House si addentrano ancora nei territori new age di Enya: si tratta di un salmo con soffi spaziali di synth. La voce della Legrand non è mai stata così delicata come in questo brano.

Forti di una formula ormai pienamente collaudata e del fatto di avere la melodia nel sangue, i Beach House di Depression Cherry hanno saputo reinventarsi pur non cambiando praticamente nulla. Le nove tracce sono un piacevole sogno velato di malinconia, un autunno agrodolce nel quale rifugiarsi nei momenti di evasione.

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