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Bat for Lashes: The Haunted Man

Alternando melodie e suoni ariosi a più algide punteggiature elettroniche, la nuova fatica di Bat for Lashes, The Haunted Man, riesce a scaldare il cuore facendo lavorare mente e fantasia

Bat for Lashes

The Haunted Man

(Cd, Capitol)

indie, electro, folktronica, dreampop

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bat-for-lashes-recensione-The Haunted ManBat for Lashes è il nome d’arte della cantautrice e polistrumentista inglese Natasha Kan, qui alla sua terza prova discografica, The Haunted Man.

Ingiustamente accostata a Bjork, Tori Amos e ad Annie Lennox, in realtà il suo stile è assolutamente personale, una specie di frullatore di influenze che vanno da Joni Mitchell a Steve Reich, passando per i Cure.

Certo, detta così suona alquanto strana, la faccenda, ma l’ascolto dell’album, al di là della sua immediatezza, svelerà queste e mille altre influenze.

The Haunted Man è l’album della maturità di Bat for Lashes, il suo passaggio all’età adulta in cui da semplice “cantastorie” diventa un vero e proprio menestrello contemporaneo dedita a cantarci l’amore, sogni, favole, suggestioni e soprattutto tormenti, con toni leggeri per quanto riguarda l’uso della voce, ma con una densità musicale ed evocativa da far invidia ai tantissimi altri artisti che affollano un genere oltremodo congestionato.

Laura, già ampiamente anticipata mesi fa, si poggia su un piano che punteggia a meraviglia liriche spesso commoventi, a mostrarci una Natasha sensibile vulnerabile come non mai.

Suonato praticamente da sola, mentre dal vivo la nostra Bat for Lashes si fa accompagnare da un assetto variabile di musicisti, è riuscita – come magnifica musa – ad attrarre nella sua orbita Beck (in Marylin), Adrian Utley dei Portishead (in Horses and Sun) e Rob Ellis, quest’ultimo già alla corte di PJ Harvey.

Alternando melodie e suoni ariosi a più algide punteggiature elettroniche, The Haunted Man riesce a scaldare il cuore facendo lavorare mente e fantasia. Davvero brava.

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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